Condanne e assoluzioni in appello al processo per il pizzo ai commercianti del Bangladesh in via Maqueda a Palermo.
I giudici della IV Sezione della Corte d’Appello di Palermo hanno confermata l’assoluzione di Vincenzo Centineo, difeso dall’avvocato Roberto Cannata, condannato Emanuele Campo 5 anni e mezzo, difeso dall’avvocato Fabio Cosentino. Giovanni Castronovo 6 anni e 10 mesi, Carlo Fortuna 3 anni e 8 mesi, Emanuele Rubino 9 anni e mezzo, Giuseppe Rubino 9 anni e 5 mesi, Alfredo Caruso 5 anni e mezzo, Santo Rubino 8 anni e 5 mesi.
Per Emanuele Campo in appello sono cadute le aggravanti di odio razziale e utilizzo del metodo mafioso.
I giudici hanno dichiarato di non doversi procedere nei confronti di Giacomo Rubino. In primo grado era stato a 3 anni e mezzo in primo grado, ma i giudici di appello hanno riqualificato il capo di imputazione in percosse. Per giudicarlo sarebbe stata necessaria la querela della parte offesa.
Ha retto la ricostruzione dell’accusa il processo che si basava sulle estorsioni che hanno subito un gruppo di commercianti di Palermo, aggravate dalla discriminazione razziale.
Le indagini furono condotte dalla squadra mobile di Palermo che hanno raccolto le denunce dei commercianti che non volevano più subire le angherie e i soprusi da parte di un gruppo di giovani di Ballarò.
Secondo l’accusa, gli imputati avrebbero imposto il pizzo a undici piccoli commercianti e ambulanti originari del Bangladesh. Le indagini sono iniziate dal tentato omicidio di un giovane studente, https://www.blogsicilia.it/palermo/tentato-omicidio-di-yusupha-12-anni-a-emanuele-rubino-assolto-il-fratello-giuseppe/427519/, gambiano ripreso dalle telecamere. Contro il giovane furono sparati alcuni colpi di pistola. Si salvò per miracolo.
Commenta con Facebook