I carabinieri del nucleo investigativo di Monreale che hanno condotto le indagini sulla cosca mafiosa di San Giuseppe Jato, che oggi ha portato a 10 misure cautelari, hanno accertato che il clan avrebbe imposto il pizzo anche agli ambulanti che partecipano alla festa religiosa delle Anime Sante, che si tiene a luglio nel paese.
I boss avrebbero stabilito una “tassa” di 50 euro per commercianti e i giostrai che animavano l’area dello stadio. Una tassa per i “servizi” offerti, così la chiamavano.
Nessuno sfuggiva alle richieste estorsive per sostenere le famiglie dei carcerati. Oltre ai centri scommesse anche le imprese edili non solo a San Giuseppe Jato e San Cipirello, ma anche a Palermo dovevano versare la “tassa” al clan.
I carabinieri più volte hanno ripreso e documentato i passaggi di soldi tra il gestore del centro Pianeta Scommesse e alcuni esattori che si presentavo per riscuotere le somme. Attività che la cosca realizzava per cercare di superare la crisi economica che anche in Cosa nostra ha i suoi effetti.
Nel 2018 Giusto Arnone e Calogero Bommarito, arrestati nel blitz di oggi, hanno deciso di impegnare risorse nello spaccio di droga. I due, intercettati, prospettavano la realizzazione di qualche serra indoor. “Stavo guardando un po’… di erba in paese la dobbiamo fare in qualche casa di campagna?… ho lampade e tutte cose io… dobbiamo puzzare ancora dalla fame?”. Le successive intercettazioni avrebbero fatto emergere che i due avevano acquistato tre chili di hashish nella piazza di Palermo, tramite Arnone, da smerciare a San Giuseppe Jato.
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