I residenti di via del Semaforo, area che sorge fra Pizzo Sella e Monte Gallo, a Palermo, continuano a lavorare per eliminare il fango dalle strade e dalle proprie abitazioni. Ma non tutti i danni subiti sono sanabili con un semplice colpo di scopa scaccia acqua.

Come evidenziato nella nostra live sul posto, gli interventi da fare sono molti e, in alcuni casi, decisamente urgenti. La strada è a pezzi, affiancata da crateri profondi anche un metro, che diventano dei pericoli per tutti gli automobilisti. Venature che diventano torrenti durante le giornate di pioggia. Acqua che, inevitabilmente, si riversa a valle, contribuendo a causare i danni visti nei giorni scorsi.

Lo stato di Pizzo Sella (VIDEO)

Da questa zona, l’acqua si è poi riversata sul centro abitato di Partanna-Mondello, causando danni ingenti ad auto ed abitazioni. I residenti, in alcuni casi, hanno già deciso di rivolgersi ad alcuni periti per stimare i danni subiti. Un quadro sottolineato anche dal consigliere della VII Circoscrizione Ferdinando Cusimano, oggi ospite della nostra diretta.”Questa è una zona importante, perché rappresenta una linea di compluvio ovvero un’area dove i due fronti di Pizzo Sella e Monte Gallo confluiscono e, naturalmente, a causa delle piogge, si trasformano in torrenti. Tutto quello che scende dai due versanti, si riversa nelle strade, e non più nei terreni, che spingevano l’acqua nel sottosuolo”.

Fiumare che hanno poi danneggiato anche la sede stradale di via del Semaforo. “L’abbondanza di queste acque non ha fatto altro che sbriciolare il terreno sottostante”, sottolinea infatti il consigliere. “Questa zona, come tutti i versanti della montagna, andrebbe curata con opere capaci di drenare le acque meteoriche. Il piano regolatore generale stabilisce dei criteri di pericolo. Considerate che qui vi è rischio di caduta massi e di frane molto elevato, tanto che su Monte Gallo sono state installate reti a protezione delle abitazioni. A causa delle piogge, tutti i detriti sono andati verso valle, per poi continuare la loro corsa verso il centro abitato, verso la borgata di Partanna-Mondello”.

“Manca sistema di raccolta delle acque meteoriche”

Ferdinando Cusimano passa poi in rassegna i danni subiti dai residenti, sottolineando i rischi corsi nelle concitate ore nella notte fra il 13 e il 14 ottobre. “Ritengo che le zone più colpite sono le aree di via Ferrante, vincolo Mancuso, via Esperia, via Polibio. Lì si sono radunati 50-60 centimetri d’acqua, con il rischio che la vicenda si trasformasse in tragedia, a causa della presenza di linee elettriche e dunque la possibilità di rimanere folgorati. Ci sono delle cabine elettriche in strada, il pericolo è molto elevato. Nonostante le infrastrutture realizzate in questi anni, come le vasche drenanti, il problema persiste. Non hanno risolto nulla. Ed è questo che la gente dice a gran voce. Siamo arrivati ad un punto di esasperazione elevata”.

L’esponente politico pone l’accento su quanto fatto in questi anni e su ciò che andrebbe fatto ancora per risolvere, anche se in parte, il problema. “Vi è un problema di fondo. Nella zona di Partanna-Mondello, come in altre zone della città, non vi è un sistema di raccolta delle acque meteoriche. Tutto confluisce nella rete fognaria, ovvero nelle acque nere. Per questo siamo abituati a vedere tombini che saltano per aria e l’acqua che si riversa in strada, con relativi rischi igienico-sanitari. Qui siamo in una zona posta a cinquanta metri sul mare. Naturalmente le costruzioni hanno contribuito a rendere impermeabile il suolo. Quindi, tutta l’acqua piovana si disperde sull’asfalto e sul cemento. Il mondo politico dovrà affrontare in maniera incisiva il problema”.