PNRR, è l’ultima chance per i comuni siciliani. Inutile nascondere la gravità della situazione. I Comuni rischiano di perdere le risorse europee per l’impossibilità di partecipare ai bandi di gara. A Casa Minutella ne ha parlato Marco Zambuto, assessore regionale agli Enti Locali. Alla puntata hanno partecipato Giuseppe Di Mare (sindaco di Augusta), Giacomo Tranchida (sindaco di Trapani), Domenico Surdi (sindaco di Alcamo), Filippo Tripoli (sindaco di Bagheria) e Silvio Cuffaro, che oltre ad essere il primo cittadino di Raffadali è anche il capo di gabinetto dell’assessorato guidato da Zambuto.
Riforma federalista ha penalizzato il Sud
Prima di pianificare il Pnrr – secondo Zambuto – il governo nazionale avrebbe dovuto pensare a una riforma della pubblica amministrazione. “La riforma federalista – che risale a venti anni fa – alla fine ha penalizzato i comuni e in particolare i comuni del Sud. Ai Comuni sono stati assegnati nuovi servizi senza immaginare nuove risorse. Inoltre, i trasferimenti sono stati modulati con il principio della spesa storica. Ma molti comuni del Sud e della Sicilia non avevano spesa storica da presentare per alcuni servizi. Faccio l’esempio degli asili nido. I comuni del Nord hanno ottenuto risorse perché avevano quei servizi, mentre i tanti comuni del sud e della Sicilia che non avevano asili nido non hanno ottenuto risorse”.
I comuni siciliani e il rischio depopolamento
Insomma, il rapporto tra Stato, Regione e comune si è avvitato su sé stesso. Le conseguenze oggi si vedono. E le vivono i primi cittadini. Non ci sono risorse umane disponibili per portare avanti i progetti del Pnrr. “I bandi scadono e noi non abbiamo personale per presentare i progetti” è il grido d’allarme dei sindaci siciliano. Senza le risorse del Pnrr per i comuni siciliani sarà difficile immaginare un futuro. Anche per il rischio di un depopolamento progressivo. Diminuiscono gli abitanti e di conseguenza diminuiscono anche le risorse economiche costituite in gran parte soltanto dai tributi locali.
Senza Pnrr crollano i comuni e “va tutto a…”
Per Giacomo Tranchida, sindaco di Trapani, “se crollano i comuni, scusate il termine, qui va tutto a puttane”. Il rischio è anche quello percepito dai primi cittadini: la regione, oggi, sembra più lontana di Roma, più lontana del governo nazionale”. “Ogni giorno scadono dei bandi – racconta Giuseppe Di Mare, sindaco di Augusta – e non possiamo fare niente, perdiamo risorse su risorse”. La Regione sta tentando di mettere una pezza. “Abbiamo a disposizione 83 nuovi tecnici che possono aiutare i Comuni siciliani a sviluppare i loro progetto. Altri 300 entreranno in servizio a breve”, ha assicurato l’assessore regionale Marco Zambuto.
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