• Parte da Palermo ma si estende a tutti i penitenziari lo stato di agitazione
  • Mezzatesta, segretario provinciale del sindacato Cnpp elenca le criticità
  • “Carenza di personale e strutturali, continui carichi di lavoro, escalation delle aggressioni”

“Ci sono ancora carenza di personale e strutturali e continui carichi di lavoro insostenibili che vengono prolungati oltre l’orario consentito, con conseguenze negative che penalizzano gli impegni a carattere personale e familiare degli agenti. Ancora l’escalation di aggressioni nell’ultimo anno ai danni del personale di polizia in servizio. Per questi motivi siamo abbiamo deciso la rottura delle trattative con la direzione del carcere maresciallo Di Bona ex Ucciardone chiedendo anche l’avvicendamento di tutti i dirigenti di polizia penitenziaria”. Lo dice Maurizio Mezzatesta segretario provinciale del sindacato di polizia Cnpp (coordinamento nazionale polizia penitenziaria) che annuncia lo stato di agitazione degli agenti che parte da Palermo ma si estende a tutti i penitenziari.

Del Grosso “Inutili tentativi negli ultimi anni”

Il segretario regionale del Cnpp Domenico Del Grosso, aggiunge: “Inutili i tentativi negli ultimi anni di curare le sorti del personale di polizia penitenziaria, nel rispetto delle normative che spesso vengono aggirate sacrificando a limite della mortificazione il personale che di suo si sente abbandonato al suo destino in strutture spesso obsolete, senza alcuna forma di tecnologia con turni che non rispecchiano assolutamente i protocolli d’intesa e le normative vigenti in materia di lavoro, con l’aggravio delle aggressioni gratuite e per futili motivi prontamente denunciate dai nostri segretari dislocati sul territorio”.