Un detenuto con problemi psichici del carcere di Barcellona Pozzo di Gotto, nel Messinese, ha aggredito un agente di polizia penitenziaria, che ha dovuto far ricorso alle cure del pronto soccorso.
Lo rende noto il segretario nazionale del sindacato Pol.Giust, Francesco Davide Scaduto. “Per il poliziotto penitenziario malcapitato – ha aggiunto Scaduto – il locale nosocomio ha rilasciato una prognosi di un paio di settimane e questo inevitabilmente inciderà sull’organico ridotto ai minimi termini. È necessario che da un lato si incrementi l’organico e dall’altro si riduca la capienza di detenuti affetti da problemi psichiatrici”.
Ad agosto un altro episodio ad Augusta
Non più tardi di un mese, ad inizio agosto, fa nel carcere di Augusta, nel Siracusano, un detenuto ha aggredito il comandante del reparto di polizia penitenziaria perché non voleva essere trasferito in un altro carcere. Lo denunciò il Sappe, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria.
I numeri del disagio
Per Donato Capece, segretario generale del Sappe, “servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. I numeri degli eventi critici accaduti nelle carceri italiane nel primo semestre del 2021 sono allucinanti: 5.290 atti di autolesionismo, 44 decessi per cause naturali, 6 suicidi e 738 sventati dalla polizia penitenziaria, 3.823 colluttazioni, 503 ferimenti. In pratica, ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre. Le carceri sono un colabrodo per le precise responsabilità di ha creduto che allargare a dismisura le maglie del trattamento a discapito della sicurezza interna ed in danno delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria. Importante è evidenziare, infine, che la quotidianità professionale del Corpo di Polizia Penitenziaria non si contraddistingue affatto per violenza ma per essere invece professionisti della sicurezza che sanno conciliare le attività di polizia con quelle di trattamento rieducativo”.
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