Davanti al gip nel corso dell’interrogatorio di garanzia Salvatore Graziano, 56 anni e Fabrizio Spedale, 54 anni, arrestati per corruzione, peculato e falso, si erano avvalsi della facoltà di non rispondere. I due poliziotti della squadra mobile, difesi dagli avvocati Enrico Sanseverino e Salvatore Sansone, hanno chiesto di essere sentiti dal pm per chiarire le loro posizioni.
Ora vogliono dire la loro
Nel corso del nuovo interrogatorio durato diverse ore, stavolta, hanno risposto alle domande dei pm. I legali presenteranno istanza per la revoca o la sostituzione della misura. I due agenti sono in carcere al Pagliarelli. L’indagine è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido. Nell’inchiesta è coinvolto uno spacciatore, Ignazio Carollo, 42 anni, anche lui finito in carcere. Nel corso delle indagini è emerso che il sovrintendente capo avrebbe ricevuto denaro dallo spacciatore in cambio di informazioni su attività investigative in corso.
I due poliziotti, inoltre, in due diverse occasioni, a seguito di alcuni sequestri di droga, avrebbero sottratto parte della merce e l’avrebbero fatta avere al pusher perché la rivendesse. Gli indagati sono anche accusati di aver falsificato i verbali di distruzione dello stupefacente. Avrebbero finto in questo modo lo smaltimento della droga sequestrata. Ha invece risposto il terzo indagato, il pusher Ignazio Carollo che ha sostanzialmente ammesso di aver ricevuto notizie riservate su indagini in corso da Spedale e di aver diviso con lui i guadagni della droga destinata alla distruzione dopo il sequestro e invece sottratta dal vice-sovrintendente e rivenduta. A carico dei tre c’è una serie di intercettazioni. Secondo l’accusa Spedale e Graziano si sarebbero impossessati di parte dello stupefacente finito sotto sequestro e poi avrebbero finto, attraverso falsi verbali, di averlo distrutto e invece l’avrebbero fatto avere Carollo perché lo rivendesse.
“I regali” del pusher ai poliziotti arrestati a Palermo
“Gli ho comprato una Vespa… nel garage di Fabrizio ce l’ho portata di la… Il Ciao c’ho regalato, un Booster c’ho regalato. . . uno Zip c’ho regalato…” faceva l’elenco dei regali fatti al poliziotto che gli passava notizie sulle indagini di droga e gli faceva avere sotto banco l’hashish sequestrato e formalmente distrutto per farglielo rivendere.
“I regali del pusher ai poliziotti infedeli arrestati a Palermo”
Solo che Ignazio Carollo, pusher noto agli inquirenti era intercettato dalla polizia che sospettava il collega infedele e che, ascoltando le conversazioni dello spacciatore, ha scoperto i suoi rapporti con il vice sovrintendente della Mobile di Palermo Fabrizio Spedale, da ieri in cella. L’inchiesta ha coinvolto anche un altro poliziotto, Salvatore Graziano, anche lui arrestato.
“Se parlassi io, mezza squadra sua, si porterebbero tutti…Quanti piccioli gli ho fatto vuscare (quanti soldi gli ho fatto guadagnare ndr): un 20, un 15, un 18”, diceva Carollo alla madre dopo averla spedita a incontrare il suo confidente accusato ora di corruzione, peculato e falso.
Le informazioni sulla perquisizione
Parlando con la madre che aveva visto l’agente per carpirgli informazioni su una perquisizione da poco subita dal figlio mentre era ai domiciliari, si lamentava della “inefficienza” del poliziotto che non sarebbe più stato disponibile come un tempo e rivelava alla donna i suoi passati rapporti con l’indagato.
“Il chiaro riferimento – scrive il gip – è al versamento di corrispettivi pecuniari a Spedale e altri poliziotti non identificati”. Le cifre sarebbero riferite al quantitativo di droga venduto, il cui guadagno era finito nelle tasche degli agenti corrotti. Sempre parlando con la madre Carollo di fatto svelava l’accordo col poliziotto: “…le sequestrava ste cose!!..” e invece di distruggerla (“e la doveva andare a buttare…”), “invece me li dava a me”, per rivenderla e dividere i ricavi “mi dava 20 mila euro… ” (di droga da vendere ndr).
“Se volessi a tutti li consumerei! Solo che non me la fido… e non saprei fare..!”, proseguiva. Dall’indagine è emerso inoltre che Spedale, assegnato a un altro servizio, si sarebbe presentato alla ditta dove a volte veniva distrutta la droga sequestrata, in compagnia del collega Salvatore Graziano per presiedere alle operazioni di distruzione. I due, però avevano seguito un iter che il loro capo aveva giudicato anomalo portando l’hashish in una ditta diversa da quella stabilita. Una anomalia che non è passata inosservata e che ha poi svelato il piano dei due poliziotti: “salvare” dalla partita sequestrata parte dello stupefacente e farlo rivendere a Carollo dividendo i guadagni.
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