Il pontile di Romagnolo è stato travolto dalle fiamme per l’ennesima volta. La struttura in legno, nata nel 2003 e costata circa 2,5 milioni di euro, è diventata il simbolo dello stato di abbandono vissuto dalla Costa Sud di Palermo. Una fascia di litorale lunga sette chilometri sulla quale si gioca buona parte del futuro urbanistico del capoluogo siciliano. Dalla riqualificazione della foce del fiume Oreto al nuovo porticciolo della Bandita. Dal parco a mare allo Sperone alla bonifica del parco Libero Grassi. Percorso di rinascita che passa in buona parte dall’utilizzo dei fondi del PNRR e da una variante costiera che sarà colonna portante del prossimo PUG (Piano Urbanistico Generale), ovvero il libro mastro dello sviluppo infrastrutturale della città.

I progetti legati ai fondi europei hanno una precisa data di scadenza: 30 giugno 2026. Un’annata importante per il Comune di Palermo e per la Regione Siciliana visto che, per allora, dovrebbero essere conclusi numerosi cantieri (a cominciare da quelli relativi al ponte Corleone e al Palazzetto dello Sport). Per gli altri progetti c’è comunque l’obbligo di fare presto, pur non essendoci scadenze espresse. Ciò non solo per far fronte ad anni di inerzia di istituzioni e burocrazia, ma anche per concretizzare l’interesse di quegli investitori che stanno guardando con un occhio di riguardo alle occasioni di rilancio economico ed urbanistico offerte dalla Costa Sud. Un elenco in cui rientra a pieno titolo anche l’area del pontile di Romagnolo. La struttura in legno di via Messina Marine doveva essere un prolungamento artificiale in mare di via Amedeo d’Aosta. Un punto di riferimento per cittadini, famiglie e turisti. Una sorta di belvedere in cui ammirare non solo il waterfront della città, ma anche il meraviglioso panorama offerto da Monte Pellegrino da un lato e da Mongerbino dall’altro. Un sogno. E tale è rimasto.

Pontile di Romagnolo distrutto da anni di degrado e disinteresse

Nella seconda decade del 2000, il pontile di Romagnolo ha iniziato a crollare sotto i colpi dell’incuria e del disinteresse delle istituzioni. Una volta decaduto il servizio di guardinia notturna, la struttura è stata presa d’assalto da ladri e vandali. I primi hanno rubato tutto quello che potevano. Dai fili in rame ai servizi igienici. I secondi invece hanno riempito lo scheletro di spazzatura e, per giunta, gli hanno dato fuoco in diverse occasioni. L’ultima è stata proprio di recente, ovvero sabato 26 aprile. Il rogo è partito dal piano terra. Ignoti hanno dato alle fiamme una folta catasta di spazzatura e rifiuti ingombranti, nella quale si trovava perfino una bombola del gas. I vigili del fuoco ci hanno messo diverse ore per domare l’incendio. Ma nonostante l’impegno dei pompieri, i danni sono stati comunque ingenti.

Per fortuna, all’interno della casetta in legno non era presente nessuno al momento del rogo. Una considerazione che all’apparenza sembrerebbe strana visto che la struttura è inagibile da diversi anni. Intorno alla stessa infatti, è stata più volte applicata una recinzione per impedire l’accesso ai cittadini. Qualcuno però ha tagliato le reti. E questo ha permesso ad alcuni clochard di stabilirvi dimora. Una sorta di riparo di fortuna per difendersi da pioggia e vento in inverno e dal sole cocente in estate. Chiaramente, si tratta di un giaciglio molto pericoloso, sia per le condizioni strutturali della casetta che, appunto, per l’azione di vandali e criminali.

Serie di roghi ha compromesso la struttura

Come sopra ricordato infatti, non è la prima volta che il pontile di Romagnolo finisce avvolto dalle fiamme. Il precedente più recente, oltre a quello già menzionato di questo weekend, risale al 2021. Era il 28 settembre. Sul posto si era svolta un’assemblea civica per discutere dei progetti di riqualificazione da mettere in campo per rilanciare l’area. Qualche minuto dopo però, qualcuno ha appiccato le fiamme alla struttura in legno. I danni sono evidenti anche oggi, compromettendo così il futuro del pontile di Romagnolo. Eppure, sembrerebbe che qualche possibile investitore ci potrebbe essere. A dichiararlo fu il consigliere della II Circoscrizione Giovanni Colletti, durante il reportage realizzato dalla redazione di BlogSicilia proprio sullo stato della Costa Sud.

“L’area si trova in questo stato dal 2019 – aveva dichiarato il consigliere -. Subito dopo c’è stata la pandemia, che ha di fatto rallentato tutto. Quindi, tutto quello che erano le pastoie burocratiche, i cambi di governo, i cambi di assessorato ed altre situazioni del genere, hanno rallentato di fatto l’affidamento in toto all’imprenditore che crede in questo progetto”. Ed è proprio lo stesso Colletti che sabato ha condannato quanto avvenuto a Romagnolo, chiedendo all’Amministrazione Comunale di intervenire con urgenza. “Il Comune deve prendersi carico al più presto di questo sito per decidere che cosa farne. Se deve essere abbattuto, che venga abbattuto. Altrimenti, il Comune si faccia carico della pulizia e di recintare il sito in maniera concreta. Su questa cosa non si può più dormire. Questo caso va risolto in maniera definitiva”.

C’è bisogno di un segnale

Sicuramente, un intervento dell’Amministrazione sarà necessario, almeno per tenere l’arenile pulito. Più volte negli ultimi anni infatti, la spiaggia si è riempita di spazzatura lasciata sul posto da veri e propri accampamenti illegali. Fatto che avviene soprattutto in corrispondenza del periodo festivo e per il quale si sono resi necessari perfino degli sgomberi. A rimuovere i rifiuti, spesso,  non sono state le maestranze comunali, ma bensì la buona volontà di privati ed associazioni che, periodicamente, hanno dedicato il proprio tempo libero per tenere pulito il lungomare di Romagnolo. Ma l’impegno civico da solo non basta. Un vero peccato. La voglia di rinascita da parte dei cittadini c’è, ma non sembra al momento supportata da azioni concrete da parte delle istituzioni. Chissà se le cose in futuro cambieranno. Oggi c’è da pensare al presente. E un segnale deve essere dato, sia ai cittadini onesti ma soprattutto agli incivili che per troppo tempo hanno contribuito a negare alla Costa Sud l’occasione di rilancio che merita.

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