“La Sanità siciliana è nel caos più totale. Non si capisce quale criterio sia stato utilizzato per stabilire il personale da mantenere in servizio. Sono tutti lavoratori indispensabili e siamo preoccupati che il problema si riproponga tra poche settimane”. Commenta così Luisella Lionti, segretaria della Uil Sicilia, la direttiva del governo regionale per la gestione dei precari Covid, fondamentali durante la pandemia e senza il quale la sanità siciliana oggi rischia il collasso.

“Priorità per questo personale, bisogna valorizzarlo”

Ma su una cosa la leader della Uil è certa: “Nella riorganizzazione della pianta sanitaria tutto questo personale deve avere la priorità. Una clausola sociale che garantisca un titolo maggiore rispetto agli altri. Bisogna valorizzare queste esperienze. Non si può pensare a una medicina territoriale senza figure professionali adeguate”.

La circolare della Regione siciliana alle aziende sanitarie

L’argomento è la circolare emanata ieri, 28 febbraio, nel giorno della scadenza della prima proroga dei lavoratori impegnati nell’emergenza Covid.
Ieri sono arrivate dalla Regione istruzioni operative per le aziende sanitarie e ospedaliere. In particolare, confermate per il personale sanitario e socio-sanitario le indicazioni relative alla prosecuzione dei contratti, già fornite alla fine del dicembre scorso. La nota è a firma dell’assessore regionale alla Salute, Giovanna Volo, e del dirigente generale del dipartimento Pianificazione strategica, Salvatore Requirez. Prende spunto dalla conversione in legge del decreto legge della 198 del 2022, meglio noto come Milleproroghe, in vigore da ieri.

I requisiti utili per la stabilizzazione

Nel dettaglio, il Milleproroghe prevede l’estensione fino al 31 dicembre 2024 del periodo entro il quale si possono maturare i requisiti utili (18 mesi) alla stabilizzazione del personale che ha prestato servizio durante la pandemia, nonché l’ampliamento della platea dei destinatari dei processi di stabilizzazione, ricomprendendo, oltre al personale sanitario e socio-sanitario, quello del ruolo amministrativo. Ovviamente in coerenza con il piano triennale dei fabbisogni di personale e nel rispetto delle disponibilità finanziarie di ogni azienda.

La ricognizione

Da qui l’invito alle aziende sanitarie a monitorare i precari covid in servizio e a “procedere a una celere ricognizione finalizzata a individuare i profili esistenti nelle rispettive dotazioni organiche, ancora non ricoperti”. Nel contempo si dovrà “verificare quanto personale – reclutato durante l’emergenza Covid – sia in possesso dei requisiti di legge”. E anche a una “puntuale ricognizione delle procedure concorsuali in essere”. Indicazioni diverse, invece, per l’utilizzo del personale Uca (Unità di continuità assistenziale), già prorogato fino al 28 febbraio, il cui rapporto di lavoro viene esteso di un altro mese. Esattamente fino al 31 marzo prossimo, così da garantire l’offerta assistenziale territoriale.

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