L’ipotesi del governo Crocetta di utilizzare la Resais, società della Regione Siciliana, come contenitore in grado di assorbire i circa 24 mila precari degli enti locali, circolava già stamattina durante la grande manifestazione di protesta.

Non appena la presidenza della Regione ha ufficializzato che sta prendendo in seria considerazione di percorrere questa strada per risolvere in modo strutturale il problema, i malumori, che erano già nell’aria, si sono materializzati sotto forma di dure prese di posizione.

L’Anci Sicilia, l’associazione dei comuni dell’Isola, attraverso il presidente Leoluca Orlando e il segretario generale Mario Emanuele Alvano, chiede “in attesa di conoscere i dettagli della proposta e sperando che il governo prenda una posizione chiara e che non sia, come spesso è accaduto, soggetta a innumerevoli ripensamenti e modifiche, ci domandiamo se sia stato fatto il dovuto approfondimento sulla fattibilità di tale situazione sia da un punto di vista giuridico sia da un punti di vista finanziario non essendo chiaro, in ogni caso, quale sia la tipologia di contratto che si immagina per i lavoratori degli enti locali e se tutto ciò sia possibile senza alcun intervento di carattere normativo nazionale”.

“Siamo certi – aggiungono Orlando e Alvano – che questi nostri dubbi verranno chiariti già in occasione del prossimo incontro della cabina di regia, ma resta il fatto che riteniamo il governo nazionale un interlocutore imprescindibile su questa vicenda”.

I sindacati confederali, che già stamattina in piazza Indipendenza, avevano già bocciato l’ipotesi Resais,  non hanno partecipato a un incontro con il Governo regionale a margine della manifestazione di oggi ribadendo che “la vertenza che riguarda i precari nella Pubblica Amministrazione sicilian non troverà mai una soluzione senza un serio confronto con il governo regionale e nazionale insieme”, dichiarano Claudio Di Marco e Enzo Abbinanti di Fp Cgil, Gigi Caracausi e Paolo Montera di Cisl Fp, Enzo Tango e Luca Crimi,Uil Fpl.

“Questa mattina – aggiungono i segretari regionali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl – al termine del corteo dei lavoratori, dei sindaci e delle rappresentanze sindacali non abbiamo partecipato a un incontro con il governo regionale. Non per snobismo ma perché riteniamo che la questione vada affrontata in altro modo. Esiste una cabina di regia ed è quella la sede più opportuna, un tavolo a cui sedersi e confrontarsi su una piattaforma precisa e non su singole proposte che quotidianamente vengono annunciate ora dal governo regionale ora da quello nazionale. Diciotto mila precari siciliani aspettano risposte, i rappresentanti dei governi a Roma come a Palermo trovino soluzioni,  anziché litigare con annunci spot, e le sottopongano ai sindacati ed agli amministratori e senza indugiare oltre. Non è più rinviabile un confronto tra governo regionale, governo nazionale, sindacati ed Anci su questo tema”.

In linea con i sindacati confederali anche il Csa, i sindacati autonomi e i movimenti di base. “Non abbiamo incontrato il governo regionale per mantenere il fronte unito dichiarano il segretario regionale del Csa Giuseppe Badagliacca e il segretario provinciale Nicolò Scaglione –  e non spaccare la neo costituita cabina di regia voluta con forza dal Csa. Il rischio era di distruggere il lavoro svolto in questi mesi che si è concretizzato oggi con la presenza massiccia a Palermo del corteo che ha percorso le vie del capoluogo. L’unica cabina che riunisce tutti deve diventare il vero luogo dove la proposta unisca tutti dando la forza necessaria per una soluzione definitiva da ricercare con l’intervento del governo nazionale”.

Ancora più duro il no all’ipotesi avanzata adl governo regionale arriva dal coordinamento siciliano della Cub pubblico impiego: “Il corteo e le organizzazioni che lo hanno indetto hanno gridato con forza il loro ‘no’ all’agenzia proposta dal sottosegretario Faraone e che la stessa non può essere la risposta alle sacrosante aspettative di tutti i precari. L’Anci Sicilia per bocca del suo presidente Leoluca Orlando ha condiviso la nostra proposta di aprire il confronto con il governo nazionale che, insieme alla regione, affronti e risolva una volta per tutte questa piaga sociale senza trasformarla in una interminabile telenovela. La Cub pubblico impiego si batte affinché i servizi pubblici vengano mantenuti alla collettività e non vengano “svenduti” ai privati, e consideriamo la presenza di centinaia di sindaci un impegno in tale direzione. La grandissima manifestazione di oggi e’ soltanto l’inizio di una battaglia che terminerà solo a risultato raggiunto”.

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