È stato presentato, questa mattina, nella sala stampa dell’Ars, il nuovo soggetto politico “Verso la Costituente”, d’ispirazione dichiaratamente “sicilianista”. Obiettivo dichiarato, rivendicare le criticità contemplate dallo Statuto siciliano in un’ottica più autonomista rispetto allo Stato centrale. Una scelta né peregrina, né velleitaria, secondo i suoi fondatori, ma motivata anche da una domanda dell’elettorato siciliano propenso a votare un soggetto politico autonomista.

Questa mattina, sono intervenuti alcuni ispiratori del movimento: Salvo Fleres, Maurizio Ballistreri, Salvatore Grillo, Antonio Carullo, Carmelo Rapisarda, Annalisa Romeo e Marcello Saisa.

L’atto di nascita della nuova realtà politica sarà formalizzato sabato prossimo a Pergusa. Un luogo scelto non per caso ma per le sue connotazioni mitologiche; anche il nome del movimento è pro tempore, in attesa che l’assemblea ne scelga uno che avrà ritenuto congeniale, sempre a Pergusa.

A riprova di una genuina volontà di cambiare passo rispetto alla tradizione politica, gli intervenuti hanno assicurato che nessuno di loro si candiderà alle prossime tornate elettorali.

“Il nostro movimento si propone – ha sottolineato Fleres – di formare una classe politica siciliana che risponda in modo precipuo ed esclusivo ai siciliani. Ci posizioniamo sulla scena politica incardinandoci intorno a tre concetti chiave: responsabilità, risorse e perequazioni. Tema cruciale, quest’ultimo, se consideriamo che la Sicilia ha un gap infrastrutturale del 75 per cento rispetto al resto d’Italia. Tutto questo è potuto accadere perché la classe politica siciliana ha sempre risposto agli interessi dei partiti nazionali. Oggi, vogliamo dare una spallata alle propensioni “ascariste” che hanno sempre contraddistinto la politica isolana”.

Nel corso del dibattito è emerso che uno dei maggiori limiti all’attuazione dello Statuto è di natura culturale. Fra la classe dirigente e gli stessi parlamentari non tutti conoscono la Costituzione siciliana, ma è del tutto ignorata nei percorsi formativi di ogni ordine e grado, così come sono trascurate ampie porzioni temporali della storia e della letteratura siciliane dai programmi scolastici nazionali. Un punto di partenza sul quale cominciare a lavorare, affinché la vocazione autonomista della Sicilia non resti sempre frustrata.