La notte del 10 febbraio dello scorso anno un giovane palermitano, all’epoca dei fatti minorenne, sarebbe stato pestato a sangue da un poliziotto durante un normale controllo a Borgo Vecchio.

Al ragazzo sarebbero stati sferrati calci e pugni, nonostante lo stesso dicesse all’agente di fermarsi, gli chiedesse il perché di quelle botte e gli ripetesse di essere figlio di un collega, poiché il padre è vigile del fuoco.

Trenta giorni di prognosi per il giovane che si era presentato al pronto soccorso con il naso rotto e lividi in diverse parti del corpo.
Il ragazzo ha riferito di quella terribile notte ieri mattina, deponendo davanti alla terza sezione del tribunale di Palermo.

La notizia viene riportata dall’edizione odierna del Giornale di Sicilia.
Accusato di lesioni il poliziotto Salvatore Bianco, inizialmente finito ai domiciliari ed altri tre suoi colleghi, Filippo Madonia, Luciano Barbaro e Giovanni Davide Amato, che rispondono invece di falso ed omessa denuncia, perché avrebbero modificato la relazione di servizio non segnalando l’accaduto.

Il ragazzo, assistito dall’avvocato Nino Zanghì, si è costituito parte civile insieme ai genitori.
In aula ha ricordato quel presento pestaggio, durato due minuti, quella aggressione senza motivo, tanto da indurre il giovane a pensare, al momento del fatto, che gli uomini che avevano fermato lui e il suo amico, che erano a bordo di uno scooter, forse non erano veri poliziotti.

Al collegio presieduto da Fabrizio La Cascia, il giovane ha parlato di come sia cambiata, dalla notte del presunto pestaggio, la sua vita a causa del perdurare di un grave stato d’ansia che lo ha costretto a casa, facendogli perdere addirittura l’anno scolastico e ‘costringendolo’ a ricorrere alle cure di uno psicologo.

I poliziotti sono difesi dall’avvocato Enrico Sanseverino e negano ogni addebito. In aula ieri, Bianco non era presente così come il collega che era con lui quella notte sulla volante.

Il controllo era iniziato quando i due agenti avevano fermato lo scooter, senza assicurazione, con a bordo il ragazzo ed un suo amico, entrambi senza casco. 
Mentre il primo agente avrebbe chiesto i documenti all’amico del giovane, Bianco lo avrebbe aggredito ma alla fine non sarebbe stato redatto alcun verbale come sostiene l’accusa.

La prossima udienza del processo si terrà a febbraio.

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