Il gip di Palermo, accogliendo la richiesta della dda coordinata dall’aggiunto Paolo Guido, ha accolto la richiesta di giudizio immediato per Agostino Sansone, Pietro Polizzi e Manlio Porretto, arrestati per scambio elettorale politico-mafioso prima delle elezioni comunali dello scorso giugno.
La tesi dei Pm
Secondo i pubblici ministeri Polizzi, candidato di Forza Italia in consiglio comunale, avrebbe stretto un accordo con il costruttore mafioso Agostino Sansone promettendogli appoggio in cambio di voti.
Il processo comincerà il prossimo 4 ottobre
Il giudizio immediato presuppone l’evidenza della prova a carico dell’indagato, circostanza sostenuta dalla Procura ed evidentemente condivisa dal gip. Il processo comincerà il 4 ottobre.
A giugno l’arresto
Lo scorso 8 giugno, a pochissimi giorni dalle elezioni amministrative a Palermo, la polizia ha arrestato per scambio elettorale politico-mafioso uno dei candidati di Forza Italia al Consiglio comunale di Palermo per le elezioni che si terranno domenica prossima. Secondo la Procura, per essere eletto avrebbe stretto un patto con i boss dell’Uditore, i costruttori Sansone, storici alleati del capomafia Totò Riina che ospitarono il padrino di Corleone in una delle loro ville nell’ultimo periodo della latitanza.
Gli agenti hanno arrestato Pietro Polizzi, uno dei candidati di Forza Italia al consiglio comunale: il 73enne boss Agostino Sansone, il fratello di Gaetano – il padrone di casa di Salvatore Riina – è stato intercettato dalla squadra mobile nel comitato elettorale dell’esponente politico che sostiene il candidato sindaco del centrodestra Roberto Lagalla.
Per i magistrati, le parole pronunciate non lasciano dubbi: il procuratore aggiunto Paolo Guido, il coordinatore della Direzione distrettuale antimafia, e i sostituti Giovanni Antoci e Dario Scaletta hanno chiesto e ottenuto nel giro di pochi giorni l’arresto di Polizzi e di Sansone, per il reato di 416 ter, “scambio elettorale politico mafioso”. In manette è finito pure un collaboratore di Sansone, Manlio Porretto.
Un’indagine chiusa in meno di un mese
E’ una indagine chiusa a tempo di record quella che ha portato all’arresto, per scambio elettorale politico-mafioso, il candidato al consiglio comunale di Forza Italia Pietro Polizzi, il costruttore mafioso Agostino Sansone e un suo collaboratore.
Risalirebbe al 10 maggio l’incontro tra l’aspirante consigliere e Sansone durante il quale i due avrebbero stretto l’accordo in vista del voto di domenica. Il capomafia era intercettato e gli inquirenti hanno potuto ascoltare in diretta la promessa di appoggio alle prossime comunali in cambio dell’assicurazione del sostegno da parte del politico. In meno di due settimane i pm, coordinati dall’aggiunto Paolo Guido, hanno chiesto la misura cautelare. Il gip ha emesso il provvedimento in circa 4 giorni.
Il padrino avrebbe offerto il sostegno del suo clan, quello del quartiere Uditore; il politico si sarebbe messo a disposizione. Tanto è bastato per far scattare l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal presidente dell’ufficio Gip di Palermo, Alfredo Montalto.
Chi sono Pietro Polizzi e i fratelli Sansone
Pietro Polizzi, 52 anni, dipendente di Riscossione Sicilia, è un ex consigliere provinciale di Palermo eletto nelle file dell’Udc, nel 2008. Agostino Sansone è tornato a fare l’imprenditore edile dopo avere scontato una condanna per associazione mafiosa, condanna che hanno avuto anche i suoi fratelli. Gaetano e Giuseppe Sansone furono però coinvolti nelle prime indagini dopo l’arresto di Salvatore Riina, finirono in manette già nel febbraio 1993; Agostino venne invece arrestato nel 2000, all’epoca i pubblici ministeri Maurizio de Lucia e Michele Prestipino gli contestavano di essere il “volto pulito” del clan nella gestione degli appalti, con una grande passione per la politica.
A parlare di lui erano stati i pentiti Angelo Siino, Giovanni Brusca e Giusto Di Natale.
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