Il presidente della Regione Renato Schifani apre alla privatizzazione degli aeroporti in Sicilia. “Credo che la privatizzazione degli aeroporti in Sicilia sia una sfida che va realizzata e va vinta perché è l’unica regione che ha ancora degli aeroporti pubblici”, ha detto il governatore dell’Isola in occasione della conferenza a Palazzo d’Orleans per illustrare l’avvio della progettazione della cosiddetta “Pedemontana” di Palermo.

Schifani “In tutta Italia si è seguita via privatizzazione”

“Ringrazio il sindaco di Palermo che sostiene una tesi per la quale il governo si batterà – ha affermato –. In tutta l’Italia si è seguita la via della privatizzazione, nella logica del rispetto della trasparenza, ormai è un sistema collaudato”.

Schifani ha poi ricordato che la Regione “è proprietaria dell’aeroporto di Trapani che produce perdite non indifferenti”.

Il 28 dicembre incontro a Catania con vertici Enac

Ed ha aggiunto: “Credo sia giusto fare chiarezza nell’interesse dei cittadini. Non si capisce perché questo aeroporto debba rimanere pubblico e non agganciato ad un possibile accorpamento con quello di Palermo. Il 28 prossimo incontrerò a Catania i vertici dell’Enac. Mi confronterò per discutere la situazione aeroportuale della Sicilia. So di trovare una persona competente per andare avanti”.

Colombiano, Legea Cisal “Governo regionale ha gettato la maschera”

I sindacati, però, non ci stanno. E sono contrari alla privatizzazione “Il Governo Schifani ha finalmente gettato la maschera: vogliono svendere la Gesap, società che gestisce l’aeroporto di Palermo, per salvare lo scalo di Trapani dalla voragine dei debiti causati dalla politica, mediante un accorpamento”. Lo dice Gianluca Colombino della Legea Cisal, primo sindacato all’aeroporto Falcone-Borsellino, commentando le dichiarazioni del Governatore Renato Schifani.

E prosegue: “Non consentiremo un’operazione fallimentare che penalizza un bene di proprietà dei lavoratori della collettività, aiutando solo qualche privato a comprare per un tozzo di pane una società pubblica che garantirebbe molto di più con una gestione improntata alla continuità e la contestuale quotazione in borsa di parte delle azioni. Invitiamo le forze politiche a fare sentire la propria voce, noi di contro non staremo con le mani in mano e convocheremo un’assemblea dei lavoratori; se riceveremo il mandato, proclameremo lo stato di agitazione e siamo pronti persino al blocco dei voli”.