Saranno risentiti due dei testi nel processo che vede imputato Pino Maniaci, il giornalista di Telejato, l’emittente televisiva di Partinico. Così hanno stabilito questa mattina i giudici della quarta sezione della corte d’appello, presieduti da Luciana Caselli. Saranno risentiti Gioacchino De Luca, ex sindaco di Borgetto, e il suo allora portavoce Pino Panettino.
Maniaci finì sotto inchiesta per estorsione e diffamazione nel 2016. In primo grado il giornalista venne assolto dal capo di imputazione dell’estorsione e condannato a un anno e 5 mesi per diffamazione. Il ricorso è stato presentato dalla procura contro l’assoluzione per estorsione. Maniaci ha impugnato a sua volta la parte in cui è stato condannato per diffamazione.
Nuova udienza per il 9 luglio
La prossima udienza fissata al 9 luglio alle 12. Secondo la procura, che aveva chiesto 11 anni di carcere per Maniaci, le motivazioni del giudice di primo grado sarebbero state “lacunose, illogiche e contraddittorie”.
La procura sostiene che le intercettazioni renderebbero “piena evidenza della minaccia continua dell’agire di Giuseppe Maniaci”. Il giornalista, secondo l’originaria accusa, avrebbe esercitato il suo potere mediatico facendo pressioni per ottenere regalie e soldi da vari esponenti politici. Per le estorsioni erano contestati episodi nei confronti dell’allora assessore Gioacchino Polizzi (tornato recentemente in carica, ndr), dell’ex sindaco di Borgetto Gioacchino De Luca e dell’ex sindaco di Partinico Salvo Lo Biundo. “Vuoti probatori” e “incongruenze”: per questo motivo Pino Maniaci venne assolto dalle accuse di estorsione nel processo in cui era imputato a Palermo. Per il giudice di primo grado mai le sue “pressioni mediatiche” avrebbero raggiunto il livello della minaccia.
Il secondo grado del processo
Adesso si è aperto il secondo grado del processo in seguito al ricorso della Procura di Palermo contro l’assoluzione per diffamazione, mentre Maniaci ha impugnato a sua volta la parte in cui è stato condannato. La quarta sezione della Corte d’appello, presieduta da Luciana Caselli, si è riservata sulla richiesta avanzata dalla Procura generale di risentire l’ex sindaco di Partinico Salvo Lo Biundo, l’ex sindaco di Borgetto Gioacchino De Luca, l’allora portavoce di De Luca, Pino Panettino, e l’assessore di Borgetto Gioacchino Polizzi.
Le accuse a Pino Maniaci
Il giornalista, secondo l’originaria accusa, avrebbe esercitato il suo potere mediatico facendo pressioni per ottenere regalie e soldi da vari esponenti politici. Per le estorsioni erano contestati episodi nei confronti dell’allora assessore Gioacchino Polizzi (tornato recentemente in carica, ndr), dell’ex sindaco di Borgetto Gioacchino De Luca e dell’ex sindaco di Partinico Salvo Lo Biundo. “Vuoti probatori” e “incongruenze”: per questo motivo Pino Maniaci venne assolto dalle accuse di estorsione nel processo in cui era imputato a Palermo. Mai le sue “pressioni mediatiche” avrebbero raggiunto il livello della minaccia aveva detto il giudice Mauro Terranova nell’emettere sentenza in primo grado.
La condanna
Maniaci invece venne condannato per le diffamazioni nei confronti di Gioacchino De Luca, dell’ex presidente del consiglio di Borgetto Elisabetta Liparoto, dell’ex assessore sempre di Borgetto Vito Spina, del giornalista Michele Giuliano, dell’operatore tv Nunzio Quatrosi e dell’artista e docente Gaetano Porcasi. Ai politici Borgettani furono attribuiti fantomatici rapporti con esponenti della mafia, agli altri tre invece furono fatti attacchi personali attraverso la tv gestita da Maniaci. In questo caso il giudice aveva parla di “uso spregiudicato della sua attività giornalistica”.
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