Vittorio Sgarbi ha dato mandato al suo legale Giampaolo Cicconi di querelare il Pm Francesco Del Bene che ieri a Palermo, durante la requisitoria nel processo sulla presunta trattativa stato-mafia, ha “in maniera del tutto arbitraria e dunque senza alcun riscontro, messo in relazione le civiche battaglie di Sgarbi – si legge in una nota dell’ufficio
stampa del critico d’arte e assessore regionale ai Beni culturali in Sicilia – in materia di giustizia (ed in particolare contro gli abusi dei pubblici ministeri sulla carcerazione preventiva e sulla contestazione del reato di concorso esterno in associazione mafiosa) durante gli anni in cui conduceva ‘Sgarbi quotidiani’, con una presunta strategia
concordata tra Marcello Dell’Utri e Vittorio Mangano”.

“Il Pm Del Bene – dice Sgarbi – dovrà rendere conto di questa palata di fango. Una tesi senza alcun fondamento, buttata lì, in mezzo alla requisitoria, a, quasi come ammonimento a chi osa criticare l’operato di Pm che non cercano fatti o prove, ma suggestioni da dare in pasto alla stampa. Pensavo che l’opera di ‘mascariamento’, assai di moda in Sicilia nei confronti dei nemici, fosse solo una prerogativa della mafia: prendo atto che così non è”.

“Ricordo che queste accuse giungono, come un vero e proprio avvertimento, a pochi giorni dalle mie forti critiche proprio ai Pm che sostengono l’accusa in questo processo – aggiunge – costruito su teoremi e ricostruzioni farlocche. Ricordo a Del Bene di essere stato in passato minacciato pesantemente da criminali poi pentiti, tra i quelli Melluso, quello del caso Tortora. Sappia, Del Bene, che io non dimentico le canagliate. Mai come adesso – conclude Sgarbi – sento il dovere di ricordare le parole di Agnese Borsellino rivolte a me qualche anno fa nel corso di una sua visita a Salemi: ‘Come siciliana sono felicissima della scelta di Sgarbi; vedo nel lavoro di Sgarbi un’azione missionaria’”.