“Ad ormai 45 giorni dal voto di novembre, e mentre a Siracusa e Ragusa monta la protesta dei dipendenti senza stipendi, la nota con cui il Dipartimento delle Autonomie Locali della Regione sollecita la riduzione delle spese del personale delle ex province collegando a questo adempimento l’avvio delle stabilizzazioni del personale precario, non può non apparire come un ulteriore “specchietto per le allodole” per le migliaia di precari e suonare come un campanello d’allarme per i dipendenti degli enti di area vasta (compresi gli stessi precari ivi utilizzati completamente esclusi dai processi di stabilizzazione)”.

Lo dice il sindacato Csa che trova infatti sospetto che a nove mesi dall’entrata in vigore della norma, e dopo aver ignorato le richieste di chiarimenti in merito, il Dipartimento torni su una previsione che viene giudicata in contrasto con la legge di istituzione di Città Metropolitane e Liberi Consorzi e l’applicazione della quale rischia di provocare una vera e propria “macelleria sociale” senza precedenti.

Come infatti chiarito nella nota della segreteria regionale Csa Sicilia, “senza ulteriori interventi finanziari, gli enti dovrebbero di fatto dichiarare esuberi ben al di sopra della soglia prevista (15%) innescando un meccanismo perverso che di fatto bloccherebbe le stabilizzazioni.

Una situazione che, secondo il Segretario Generale Giuseppe Badagliacca, la stessa Margherita Rizza, firmataria della nota insieme al Dirigente Generale dell’assessorato Autonomie Locali Maurizio Pirillo, ricoprendo il ruolo di Commissario del Libero Consorzio di Enna, conosce bene ed alla quale viene rivolto l’invito a convocare con urgenza l’Osservatorio Regionale al fine di garantire i livelli occupazionali e ridare dignità agli enti.