L'Ars ha reintrodotto il voto diretto del presidente e dei sindaci metropolitani

Le ex Province al voto: “Ecco perché la controriforma non può essere impugnata”

“E’ stata una battaglia politica che abbiamo vinto. Un’azione per demolire una riforma mostruosa  prodotta da Crocetta, ma anche dal Movimento 5 Stelle”.

A due giorni dall’approvazione della controriforma dell’Ars che reintroduce il voto diretto per elezione dei sindaci metropolitani e dei presidenti dei Liberi consorzi, Marco Falconce, capogruppo di Fi, e strenuo difensore della legge passata a Sala d’Ercole punta ad allontanare gli spettri di una possibile azione del Consiglio dei Ministri che potrebbe impugnare la legge varata dall’Assemblea siciliana così come ipotizzato da diversi esponenti delle maggioranza regionale e dal sindaco metropolitano di Catania, Enzo Bianco.

Per il capogruppo di Forza Italia all’Ars ‘non ci sarebbero gli elementi’ per l’impugnativa e ricorda come la  Delrio sia stata una sorta di norma-ponte pensata prima del referendum dicembre che ha visto, poi, la secca vittoria del No.

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“Per le Città Metropolitane – analizza oggi Falcone – la stessa Delrio, che noi comunque abbiamo sempre ritenuto come la negazione della partecipazione democratica, prevedeva che in prima battuta, nelle more che gli enti di area vasta si fossero dotati di statuto, a guidarli fossero stati i sindaci delle città capoluogo che erano già in carica, mentre in seconda applicazione, se è previsto nello Statuto, si poteva andare al voto con suffragio universale restituendo un diritto ai cittadini. Noi di fatto lo stiamo anticipando”.

Falcone tuttavia alza l’asticella ad un livello più alto con un ragionamento che certamente farà discutere: “Se le Province, le Città Metropolitane sono enti presenti nella Costituzione italiana allora devono essere i cittadini e non i giochi della politica, delle segreterie, a scegliere chi deve guidarli. E’ un diritto di rappresentanza sacrosanto”.

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Dopo il voto di giovedì scorso in tanti hanno ripreso i temi che furono centrali negli anni in cui si decise di avviare l’abolizione delle Province: le indennità.

“La legge che abbiamo approvato le contempla solo per i sindaci metropolitani e per i presidenti dei Liberi consorzi – chiarisce Falcone –. Non ci sono assessori ed i consiglieri percepiranno un rimborso. Complessivamente, tutte le nove ex Province costeranno 800mila euro l’anno!”

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