Era finito sul banco degli imputati con l’accusa di avere inserito le foto di 64 ragazze su un blog pornografico. Dopo otto mesi di prova ai servizi sociali però il reato commesso un giovane di 35 anni di Castelbuono, è stato dichiarato estinto.

Lo ha stabilito, come scrive il Giornale di Sicilia, il giudice monocratico Giuseppina Turrisi, che ha preso atto della valutazione positiva del lavoro svolto dal ragazzo, emessa dall’Ufficio per l’esecuzione penale esterna.

Il caso era scoppiato a febbraio del 2014, quando un gruppo di ragazzini, facendo una semplice ricerca sul web, scoprì che le foto di alcune loro coetanee erano finite in una chat erotica.

Le immagini pubblicate sul sito internet riportavano costantemente un nickname: «Teutonico». A Castelbuono la notizia fece immediatamente il giro del paese.

Vennero presentate decine di denunce contro ignoti alla stazione dei carabinieri. E, poche settimane dopo, si procedette alla rimozione delle immagini e dell’account.

Conclusa l’inchiesta giudiziaria, i carabinieri arrivarono all’individuazione dell’autore , che successivamente ha ammesso i fatti, motivando di aver agito spinto dalla noia.

Quindi il fascicolo passò alla Procura di Termini Imerese, che aprì un procedimento penale e lo affidò al pm Antonia Pavan, che decretò la citazione a giudizio dell’indiziato per violazione della privacy e diffamazione.

Prima dell’inizio del processo, nel quale vennero indicate 64 parti offese, tra cui tre ragazze che all’epoca dei fatti erano minorenni, alcune vittime hanno ritirato la querela e molte altre invece hanno deciso di non andare avanti dal punto di vista giudiziario. Solo 11 hanno deciso di costituirsi parte civile, mediante gli avvocati Salvatore Marandano, Pietro Minutella e Salvatore Psaila.

Alla prima udienza del processo, svolta ad aprile dell’anno scorso, il difensore dell’imputato, Gianfranco Raimondo, ha chiesto per il suo assistito l’affidamento in prova ai servizi sociali.

Il giudice monocratico Giuseppina Turrisi, accolse la proposta. Pertanto il procedimento è stato sospeso e l’imputato ha svolto un lavoro di pubblica utilità, consistente in una prestazione gratuita in favore della collettività.

Nella fattispecie il ragazzo ha lavorato tre volte a settimana per otto mesi presso l’associazione di promozione sociale Amaltea Onlus, occupandosi di sensibilizzare i cittadini al corretto conferimento dei rifiuti. Al termine del periodo fissato, il giudice Turrisi ha valutato in udienza l’esito della prova e, tenuto conto della valutazione positiva emessa dall’Uepe, ha dichiarato l’estinzione del reato. Fatto che non prevede nessun risarcimento per le vittime.