Torna alla carica il M5S nell’intento di indurre il ministro Lorenzin a rivedere le determinazioni assunte circa la chiusura del punto nascita di Petralia Sottana.

Lo fa con una interrogazione depositata a Montecitorio e con una lettera a firma della deputata alla Camera Giulia Di Vita, sottoscritta dai colleghi della commissione Affari sociali, dai deputati palermitani di Camera ed Ars e dalla deputata a Montecitorio Azzurra Cancelleri. Lettera ed atto parlamentare ripercorrono un lungo elenco di motivazioni che la titolare del dicastero della Salute dovrebbe prendere in considerazione per scongiurare potenziali pericoli per la salute che per le popolazioni madonite potrebbero arrivare dalla chiusura della struttura, anche in considerazione della mancata attivazione del previsto sistema di trasporto assistito materno (Stam) e in emergenza del neonato(Sten).

“Riteniamo – scrivono i deputati nelle missiva – che fin quando la Regione non avrà provveduto a fare partire il sistema di trasporto, il ministero non debba voltare lo sguardo altrove, disponendo sic et simpliciter la chiusura di un punto nascita cruciale, proprio perché situato in una zona territorialmente disagiata”

“La chiusura della struttura di Petralia Sottana – afferma Giulia Di Vita – costringerà le partorienti dei comuni madoniti ad affrontare viaggi non certo agevoli, pieni di curve e con trasferte anche di 2 ore per raggiungere Palermo o Termini Imerese, considerato che anche il più vicino punto nascita di Cefalù è a rischio chiusura a fine 2016. Invitiamo pertanto il ministro a recarsi personalmente, e quanto prima, a visitare il territorio in questione, in modo da fare i necessari sopralluoghi e sincerarsi dell’opportunità e congruità della misura adottata”.

L’interrogazione sottolinea, inoltre, come la chiusura del punto nascita di Petralia costituirebbe una disparità di trattamento rispetto ad altri punti nascita, “salvati”, – secondo quanto affermato da numerosi esponenti della stessa maggioranza di governo – in ossequio ad una decisione “figlia” di possibili logiche campanilistiche e di appartenenza politica, riconducibile al Nuovo Centrodestra, lo stesso partito del ministro della Salute.

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