L’Italia è a due velocità, anche nella qualità della pubblica amministrazione.  Un fattore aggravato anche dalle infiltrazioni criminali nel settore della spesa pubblica, per non dire della piaga della corruzione. Ne abbiamo parlato con Sebastiano Bavetta nel corso della terza puntata di “Punto Zero”, le pillole di economia che potete seguire ogni lunedì su Blogsicilia.it.

La corruzione costa almeno il 15 per cento degli appalti pubblici

Grazie ai grafici presentati dal professore Bavetta, emerge una chiara correlazione tra la qualità della pubblica amministrazione e il rischio di una deriva criminale, organizzata e non. “La qualità della pubblica amministrazione – ha spiegato il docente di Economia dell’Università di Palermo – è unj fattore importante: esiste uno studio dell’Università di Catania che dimostra un aggravio del 15 per cento circa dei costi degli appalti, laddove le istituzioni funzionano male”.

Anche la Ue contro la corruzione nella sfera pubblica

Di recente, anche l’Unione Europea ha ribadito l’importanza della lotta alla corruzione nella sfera pubblica: “la corruzione erode la democrazia, la fiducia nelle istituzioni, lo Stato di diritto nonché la realizzazione e il godimento dei diritti umani. Essa è anche un ostacolo fondamentale all’eliminazione della povertà in quanto colpisce più duramente i poveri come pure le persone e i gruppi che si trovano nelle situazioni più vulnerabili. Esaspera altresì le disuguaglianze e colpisce in modo sproporzionato le donne, le ragazze e le persone con disabilità. Inoltre, la corruzione sostiene l’esistenza della criminalità organizzata e ha un impatto negativo sulla sicurezza e sulla stabilità a tutti i livelli”, è spiegato in un paper diffuso recentemente dal Consiglio dell’Unione Europea.

 

 

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