“Palermo al 19 per cento di differenziata, Messina al 21,5 e Catania all’11,5: le tre città principali della Sicilia restano inchiodate a percentuali misere e Musumeci che fa? Esalta con toni trionfalistici la media del 39 per cento che risulta dai piccoli centri e camuffa l’emergenza delle grandi città, come Palermo, quinta città d’Italia, dove si sta sfiorando una crisi ambientale degna di quella che seppellì Napoli qualche anno fa. Cosa c’è da essere soddisfatti?”.
Se lo chiedono i deputati regionali del Movimento 5 Stelle e componenti della commissione Ambiente all’Ars (Trizzino, Campo, Di Paola e Palmeri), commentando i risultati diffusi dalla presidenza della Regione sulla raccolta differenziata in Sicilia.
“Senza considerare che resta ambiguo il metodo di rilevazione delle percentuali di differenziata, non in linea con il sistema nazionale – ricorda Trizzino – troviamo inopportune le dichiarazioni di Musumeci in giornate nelle quali Palermo rischia davvero il collasso per colpe che ricadono non solo sulla Regione in generale, ma proprio su di lui, nella qualità di commissario delegato per l’emergenza rifiuti. Tra gli interventi che avrebbe dovuto portare avanti, c’era proprio la realizzazione della settima vasca della discarica di Bellolampo che, in barba a quanto da lui stesso dichiarato nel mese di febbraio di quest’anno, non vedrà la luce probabilmente fino al 2021 e nel frattempo i costi aumenteranno a dismisura”.
“Chi dovrà pagare?”, si chiede ancora Trizzino, che aggiunge: “La Rap versa in pessime condizioni finanziarie. La Regione ha stanziato solo 7 milioni di euro. Le ditte di trasporto e le discariche alternative individuate in emergenza temono di non essere pagate e rispediscono indietro i rifiuti. L’impianto Tmb di Bellolampo ha bisogno di manutenzione e rischia di guastarsi definitivamente. La prospettiva dunque, al momento, è un concreto rischio di danno ambientale non solo a Bellolampo ma addirittura per la città di Palermo. A questo punto, davvero potrebbe essere necessario l’intervento straordinario della Protezione civile nazionale, un bel fallimento per Musumeci. Se dovesse accadere non ne saremmo certo contenti, piuttosto resteremmo per l’ennesima volta sgomenti nel constatare come il settore dei rifiuti in Sicilia venga gestito ancora con dilettantismo, improvvisazione, inesistenza di pianificazione, alimentando così interminabili emergenze”.
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