Una raccolta fondi per aiutare gli studenti che vivono in contesto di disagio economico dotandoli dei dispositivi per continuare a studiare da casa. Si chiama “Cibo per la mente” ed è l’iniziativa dal basso che vede protagonisti un gruppo di cittadini del quartiere Ballarò di Palermo impegnati contro l’abbandono scolastico a causa dell’emergenza sanitaria.
L’idea è nata da un’evidenza allarmante: nelle zone più degradate della città, i giovani non riescono a proseguire l’anno scolastico perché sprovvisti di notebook e tablet. Sono gli effetti di una crisi che ha costretto il mondo della scuola a lavorare in stato emergenziale. Se da una parte gli istituti scolastici hanno risposto in modo ottimale e i docenti, tra mille difficoltà, si sono fatti trovare pronti per portare avanti il programma, dall’altra parte molte scuole di periferia hanno dovuto fare i conti col fatto che la maggior parte degli studenti non possiede un computer.
La dispersione scolastica è in molti quartieri difficili, una malattia endemica, nonostante gli sforzi delle tante associazioni che contrastano il fenomeno. Un lavoro, questo, che adesso potrebbe essere vanificato. Quasi tutte le scuole hanno approntato le piattaforme necessarie per la didattica a distanza, ma a Palermo più di un terzo delle famiglie non possiede un pc e, nei casi più fortunati, un dispositivo è condiviso da tutti i componenti della famiglia. La scuola, si dice, fa comunità ma da questa è oggi escluso chi non possiede un dispositivo informatico.
“Cibo per la mente” è un progetto per acquistare dispositivi nuovi e raccogliere quelli in disuso da distribuire ai bambini dei quartieri più fragili di Palermo perché non interrompano le attività didattiche durante l’emergenza in corso. La pandemia e le necessarie restrizioni hanno avuto sulle famiglie più povere di Palermo un impatto esplosivo, aggravando la situazione di disagio sociale ed economico che già sopportavano. L’obiettivo del progetto è coinvolgere nella raccolta privati cittadini, imprese e attività commerciali. Il progetto verrà sviluppato per obiettivi progressivi iniziando da Ballarò, e i successivi saranno: Zen, Danisinni, Brancaccio, Kalsa.
Nutrire la mente non è una metafora casuale. Durante i primi tempi dell’emergenza tra i residenti di Ballarò è scattata la corsa alla raccolta di generi alimentari per le famiglie più indigenti. “Abbiamo iniziato ad attivarci raccogliendo generi alimentari per l’Oratorio Santa Chiara che li distribuisce a chi ne ha bisogno – spiega a BlogSicilia Rossana Dongarrà, una delle promotrici della raccolta fondi-. Successivamente ci siamo resi conto che molti bambini non potevano seguire le lezioni a distanza perché sprovvisti di dispositivi. Quindi il problema non era più soltanto il cibo per la sopravvivenza, ma anche quello per l’istruzione. Abbiamo iniziato da Ballarò ma vorremmo arrivare agli altri quartieri che vivono in contesti di disagio economico e non hanno supporto. Le associazioni fanno un lavoro straordinario contro la dispersione scolastica, che è un problema endemico. Se non si fa nulla ora, tutto questo lavoro andrà vanificato. Abbiamo già raccolto i primi computer, e ci premureremo anche di offrire una connessione internet per renderli utilizzabili. Vogliamo procedere a piccoli passi, partendo da Ballarò, per raggiungere tutte le altre zone di disagio.”
L’iban per donare è: IT40 X076 0105 1382 1675 1916 760. Causale: Erogazione liberale “cibo per la mente”. Intestato a: Lidia D’Angelo
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