E’ stata la più brutale la sera di Ferragosto nel pestaggio dei migranti tra Trappeto e Partinico. Una donna ha lanciato una pietra un migrante minorenne ferito alla testa.

Per il giovane che era andato in spiaggia per trascorrere insieme agli amici una serata di festa una prognosi di 20 giorni.

Accanto alla donna la notte di Ferragosto c’era un uomo che ha puntato una pistola contro gli occupanti del pulmino per farli scendere, urlando all’operatrice della comunità Mediterraneo « fai scendere i ragazzi dal pulmino ché li ammazzo a uno a uno e te li riporto morti».

Accanto a loro altre venti persone, scese dalle cinque auto che hanno inseguito il pulmino. Due di queste imbracciavano mazze da baseball con cui hanno colpito sia il mezzo che i migranti.

Le immagini delle telecamere hanno immortalato la donna mentre scaglia il sasso con inaudita ferocia. Ma oltre alla presenza di almeno due donne nel branco, dai filmati e dalle testimonianze delle vittime spunta un’arma da fuoco che almeno per il momento non è stata trovata.

Spuntano anche due mazze da baseball con cui il branco ha colpito il furgone Fiat Scudo della comunità. Bastoni che gli aggressori conservavano nei bagagliai delle auto e che sono stati trovati dai carabinieri.

A due settimane dalla spedizione punitiva contro minori stranieri ospitati nella comunità di Partinico i carabinieri della compagnia di Partinico, coordinati dal sostituto procuratore Giorgia Spiri, hanno chiuso il cerchio sui sospettati dell’aggressione aggravata dall’odio razziale. « Tornatevene nel vostro paese di merda, dovete morire» avrebbero detto gli aggressori ai migranti.

Sabato i militari hanno perquisito l’abitazione di Roberto Vitale e Valentina Mattina, quella di Vincenzo Vitale e Maria Cristina Schirò e le case di Salvatore Vitale, Emanuele Spitalieri, Giacomo Vitale e Antonino Rossello a caccia della pistola, dei bastoni con cui hanno affrontato i minori stranieri e i telefoni rubati alle vittime. « Volete i vestiti che indossavo la notte di Ferragosto? Sono lì per voi, prendeteli pure» ha detto ai militari uno degli indagati con tono di sfida.

Da quanto si apprende uno dei sospettati della spedizione punitiva a sfondo razziale è un pregiudicato sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale. Altri tre sono anche loro volti noti alle forze dell’ordine con precedenti per reati contro il patrimonio, lesioni e spaccio di stupefacenti.

In un’altra abitazione i carabinieri hanno trovato le mazze da baseball identiche a quelle che si vedono nei filmati. Non sono invece stati trovati i telefoni dei migranti e la pistola con cui l’educatrice della comunità e i migranti sono stati minacciati di morte.