Prosegue la polemica su un possibile conflitto d’interesse sorto nell’area affari legali di Rap. A scrivere il nuovo capitolo della telenovela iniziata ad inizio maggio è stato l’esponente sindacale della Cgil Riccardo Acquado. Il rappresentante dei lavoratori ha nuovamente scritto agli uffici dell’azienda e a quelli del Comune di Palermo. Nel documento viene chiesta una nuova verifica sulla posizione di un avvocato iscritto all’albo dei consulenti esterni utilizzati dalla società Partecipata. Domande mosse sul fatto che il legale in questione ha recentemente difeso in giudizio un ex dirigente in una causa intentata proprio contro Rap. Secondo quanto sostiene l’azienda del Comune, il legale non lavora più per Rap già da tempo e si trova iscritto all’albo per un mero refuso. Ma il rappresentante della Cgil non la pensa così e chiede nuovi controlli.
Possibile conflitto d’interesse in Rap, una vicenda iniziata ad inizio maggio
Il caso si era aperto lo scorso 7 maggio. Fu proprio la Cgil, in quell’occasione, ad inviare una nota agli uffici del Comune di Palermo e di Rap per chiedere approfondimenti contro l’avvocato difensore di un ex dirigente dell’azienda di piazzetta Cairoli. Fatto per il quale Acquado chiedeva di “verificare l’eventualità di un presunto conflitto d’interesse perpetrato dal suddetto professionista e, nel caso dovesse risultare confermato, prendere i dovuti provvedimenti nei confronti di coloro che, nelle loro specifiche funzioni, avevano la responsabilità di vigilare sulle modalità avvenute sotto ogni riserva di legge”. Richiesta reiterata, qualche giorno dopo, anche dagli uffici del Controllo Analogo del Comune di Palermo.
La risposta della Rap arrivò il 16 maggio. A darla fu il presidente Giuseppe Todaro. “La prestazione professionale di cui si argomenta risulta esaurita con il deposito della memoria di costituzione e, conseguentemente, definitiva da tempo” in seguito ad un mandato di pagamento dell’8 luglio 2016. In pratica, il nome di quell’avvocato figurava sul sito istituzionale di Rap per una sorta di errore tecnico.
La Cgil torna alla carica, presentata nuova interrogazione
Ma su questa ricostruzione il rappresentante della Cgil Riccardo Acquado non si dice d’accordo. Anzi, ha deciso di reiterare la richiesta dei chiarimenti sulla figura in questione. “Quanto dichiarato risulta smentito dagli atti di causa, laddove non solo l’avvocato risulta quale procuratore costituito in giudizio, ma è anche presente a tale udienze“. Nella nota inviata a Rap e al Comune, Acquado cita alcune udienze comprese fra settembre 2016 e marzo 2017. Circostanze, secondo il rappresentante della Cgil, “evidentemente ed inspiegabilmente sottaciute”.
“Non si potrà che convenire che l’omessa pubblicazione sul sito istituzionale della cessazione dell’incarico di cui si tratta non potrà essere ricondotta ad un mero errore materiale e alla dichiarata cessazione dell’incarico esauritosi con il deposito della memoria di costituzioni, così come alla data di elargizione del compenso forense (8 luglio 2016), rappresentando un evidente nocumento in termini di trasparenza degli atti societari. Si ritiene che la nota in oggetto, non rispecchiando la vericidità dei relativi atti giudiziari sopra richiamati, appare contraria ai principi di trasparenza”. Fatto per il quale la Cgil chiede nuovi controlli all’Anac, a Rap e agli uffici del Comune di Palermo.
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