Mentre nel resto d’Italia le rapine in banca sono in diminuzione, in Sicilia il dato si conferma in pericolosa controtendenza. La Fabi, federazione autonoma bancari, torna a lanciare l’allarme sul fenomeno in recrudescenza nell’isola. Un dato consolidato nel 2022 e che trova conferme in questo inizio di 2023. Già due le rapine registrate. A Catania i rapinatori si sono introdotti dal muro perimetrale nei locali di una filiale Unicredit in prossimità dell’ora di pranzo. In pochi minuti hanno arraffato il contante e si sono dati alla fuga. Ieri a Banca Intesa a Villabate, nel Palermitano, in corso Vittorio Emanuele sono entrati due rapinatori armati di taglierino e hanno portato via circa 15 mila euro.

Non bastano solo le forze dell’ordine

“E’ impensabile – afferma Gabriele Urzì, segretario provinciale Fabi e responsabile Salute e Sicurezza del sindacato a Palermo – che il problema si risolva facendo affidamento solo sul valido lavoro di prevenzione e di indagine di polizia e carabinieri. Inutile sbandierare spese di oltre 500 milioni di euro in misure di prevenzione a livello di sistema bancario. Anche perché poi, in alcune aree del Paese e la Sicilia è tristemente fra queste, si ripetono episodi criminosi a distanza così ravvicinata”.

I dati

La Fabi aveva da poco diffuso i dati del report 2022 dell’Ossif, che fanno riferimento al 2021. Ad essere evidenziata una diminuzione dele rapine in banca del 26,9% rispetto al 2020, passate da 119 a 87, ma con grosse differenze territoriali. Infatti la Sicilia è al terzo posto per numero di rapine, ben 16, dopo la Lombardia (20) e il Lazio (anche qui 16). “Purtroppo – aggiunge Urzì – è al primo posto se si considera il livello di rischio con un valore di 1,4 rapine ogni 100 sportelli, rispetto all’1,5 del 2020”. Entrando nello specifico dei territori, con un occhio all’Isola, dopo Roma (16 colpi) e Milano (10), troviamo al terzo posto Catania con 8 rapine (erano state 6 nel 2020).

L’indice di rischio nelle province

Brutte notizie per Catania, Messina e Caltanissetta anche osservando l’indice di rischio, le rapine ogni 100 sportelli. Al primo posto troviamo Catania (3,4 rapine ogni 100 sportelli), seguita al secondo posto da Messina (2 colpi ogni 100 sportelli) e da Caltanissetta al quinto posto con 1,5 rapine ogni 100 sportelli. “Le parole non bastano più – evidenzia il segretario provinciale Fabi -, c’è un trend negativo che verrà fuori dall’analisi dei dati del 2022 e questo inizio del 2023 non fa ben sperare. I rapinatori stanno tornando alla grande alle ‘vecchie abitudini’. Occorre migliorare l’organizzazione della sicurezza, adottare nuove strategie antirapina, dotare le filiali di sistemi sempre più sofisticati. Soprattutto aumentare massicciamente il budget da destinare alla sicurezza”.

“Fondamentale la guardiania”

“Inoltre è fondamentale, nei casi più critici, ripristinare e aumentare la guardiania armata – specifica sempre Urzì -. Costituisce il deterrente principe per i malintenzionati e che è stata drasticamente ridotta per ridurre i costi, al di là delle favole che la tecnologia possa sostituire la presenza dell’occhio vigile dell’uomo. La tecnologia può solo essere complementare all’indispensabile presenza, dove occorre, delle guardie giurate. La Fabi non abbasserà la guardia e mette al primo posto la sicurezza di dipendenti e clienti”.

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