C’è stato un calo delle rapine alle banche. Lo dice lo studio condotto dalla FABI Palermo, basato sul Rapporto Intersettoriale sulla Criminalità Predatoria 2022 dell’Ossif, Centro di ricerca ABI sulla sicurezza anticrimine. Tuttavia, ci sono stati notevoli divari territoriali. I dati del rapporto 2022 dell’Ossif, che si riferiscono al 2021, mostrano una diminuzione del 26,9% rispetto al 2020 (da 119 a 87). I dati dicono anche che c’è stato un aumento della media per evento, che nel 2021 è salita a circa 51.000 euro, superiore ai 39.500 euro del 2020 e quasi il doppio dei 26.000 euro del 2012.
Il calo delle rapine con forti differenze sui territori
“Ci sono grosse differenze territoriali – dice Gabriele Urzì Segretario Provinciale FABI e Responsabile Salute e Sicurezza FABI Palermo – e la Sicilia è al terzo posto per numero di rapine (16) dopo la Lombardia (20) e il Lazio (anche qui 16) e, purtroppo, è al primo posto se si considera il livello di rischio con un valore di 1,4 rapine ogni 100 sportelli (rispetto al 1,5 del 2020). Entrando nello specifico dei territori, con un occhio all’Isola, dopo Roma (16 colpi) e Milano (10), troviamo al terzo posto Catania con 8 rapine (erano state 6 nel 2020).
La situazione siciliana
Le brutte notizie riguardano Catania, Messina e Caltanissetta. Tra i capoluoghi siciliani, anche osservando l’indice di rischio (rapine ogni 100 sportelli), al primo posto troviamo Catania (3,4 rapine ogni 100 sportelli), seguita al secondo posto da Messina (2,0 colpi ogni 100 sportelli) e da Caltanissetta al quinto posto con 1,5 rapine ogni 100 sportelli.
Venerdì il giorno preferito dai rapinatori
Riguardo agli orari, nel 2021, quasi un quinto dei colpi è stato messo a segno tra le 13,00 e le 14,00 mentre, tenuto conto del numero di malviventi, i colpi sono stati effettuati da due nel 40% dei casi e da uno solo nel 35% dei casi. Il 46% delle volte è stata utilizzata un’arma da taglio, il 26% armi da fuoco, il 22% minacce verbali e il 6% armi improprie o finte. Le rapine sono durate circa 3 minuti nel 38% dei casi e nel 75% degli episodi criminosi l’accesso in Banca dei malviventi è avvenuto dall’ingresso principale. Da sottolineare che nel 37,9% dei casi le rapine sono fallite. Il 29% dei colpi è avvenuto di venerdì e nel 77% dei casi i malviventi avevano il volto travisato”.
Rapine in crescita nelle città siciliane
“Purtroppo, nel quadro generale di riduzione delle rapine in Banca colpisce negativamente – continua Urzì – il dato delle città siciliane. Intanto va detto che di pari passo con la riduzione delle limitazioni istituite per la pandemia si è registrato un progressivo incremento della criminalità predatoria, sino ad avvicinarsi al trend del 2019, ultimo anno esente dagli effetti distorsivi del Covid-19 sull’andamento della delittuosità”.
“Grazie alle forze dell’ordine”
Secondi Urzì occorre “una migliore organizzazione della sicurezza, una più efficace strategia antirapina, sistemi difensivi sempre più sofisticati e un aumento del budget da destinare alla sicurezza. E, nei casi di filiali particolarmente esposte per allocazione logistica e/o per livelli di business è insostituibile la guardiania armata che costituisce il deterrente principe per i malintenzionati, soprattutto (e non si creda che siano i meno pericolosi) quando i rapinatori sono “non professionisti”. “Ringraziamo sempre per l’ottimo lavoro le Forze dell’Ordine, sia sul versante della prevenzione che nella fase investigativa. Ma Polizia e Carabinieri non possono sopperire alle sempre possibili mancanze del sistema bancario. Inutile – conclude Urzì – sbandierare da parte di ABI che il sistema bancario spende oltre 500 milioni di euro all’anno in Sicurezza: sono tante le voci di spesa più consistenti e, forse, meno importanti della sicurezza che sostengono i banchieri, ivi comprese le inaccettabili retribuzioni dei top manager e degli Amministratori Delegati delle Banche.”
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