Il Recovery Plan è stato il tema centrale della 56ª puntata di Casa Minutella, il talk show condotto da Massimo Minutella su BlogSicilia.it.

COS’È IL RECOVERY PLAN

Innanzitutto, come spiegato da Carlo Amenta, professore di scienze economiche, aziendali e statistiche, il Recovery Plan è un «piano (PNRR: piano nazionale di ripresa e resilienza) che serve ai singoli Paesi dell’Unione Europea per accedere ai fondi Next Generation UE, un fondo comune a carico del bilancio europeo. Le risorse sono condizionate, cioè vengono date solo a seguito di alcuni impegni. Il PNNR, che deve essere inviato alla commissione UE entro il 30 aprile, serve per dire cosa ci faremo con questi soldi e ci dobbiamo impegnare a realizzare tre riforme: giustizia, pubblica amministrazione, concorrenza e semplificazione».

L’IMPATTO DEI RECOVERY FUND SUL SUD

Francesco Scoma, senatore di Italia Viva, ospite in studio, ha affermato: «Fino a qualche mese fa c’era un sacco vuoto, c’era soltanto una cifra, un importo ma non era stato messo in piedi un progeamma importante che, nei prossimi anni perché i benefici li vedremo fino al 2026, porterà un aumento del PIL in Italia del 16% e al Sud, da Napoli in giù, del 26%. Un imponente massa di denaro che, se investita strutturalmente, porterà ricchezza».

Scoma ha, però, aggiunto: «Qualora ci fossero tutti i presupposti per mandare avanti le varie progettualità, poi non bisogna perdersi nei meandri della burocrazia. Il Sud, nel passato, ha perso il 60% dei fondi europei proprio per questi ritardi. Noi di Italia Viva, inoltre, abbiamo proposto il commissariamento di 50 grandi opere pubbliche».

QUANTI SOLDI PER IL SUD?

Nino Amadore, giornalista de Il Sole 24 ore, ha ricordato che il Recovery Fund per il Sud prevede «82 miliardi di euro per quattro progetti e sei missioni che riguardano questi ambiti: digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura, infrastrutture, istruzione e ricerca, inclusione e coesione, salute. Per quanto concerne le infrastrutture, 11 miliardi di euro saranno assegnati per l’alta velocità tra Salerno e Reggio Calabria».

E IL PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA?

Gaetano Armao, vicepresidente della Regione Siciliana e assessore regionale all’Economia, ha detto: «Come Regione abbiamo detto al Governo che il Ponte sullo Stretto è imprescindibile. Non può andare nel PNRR per questioni di tempo ma deve rientrarci nel fondo complementare».

Armao ha spiegato che «in Sicilia l’Alta Velocità non può esserci senza il ponte perché treni del genere non possono andare in un traghetto. Siamo, quindi, ancora costretti all’alta capacità, la velocità propria degli anni 80. Inoltre, se si vuole realizzare anche il grande porto hub per creare un’interlocuzione con le navi da carico, non avrebbe senso se non ci fosse poi la possibilità di spedire le merci in continente e, quindi, tramite il ponte. Ecco perché questa struttura è collegata con lo sviluppo della Sicilia, e non solo: è la madre di tutte le battaglie, va assolutamente fatta».

E I TERMOVALORIZZATORI?

Scoma ha parlato di termovalorizzatori necessari in Sicilia per risolvere l’annoso problema dei rifiuti ma il professore Amenta ha replicato così: «Il senatore se la deve prendere con il ministro Cingolani perché ha detto che non si realizzeranno perché l’Unione Europea non li vuole. Nel PNNR, infatti, non sono previsti i soldi per i termovalorizzatori».