“Per evitare che in alcuni territori si possano generare caos sociale e ulteriori difficolta di gestione negli Uffici servizi sociali comunali e nei Centri per l’impiego è urgente avviare una ricognizione dei fondi della Regione Siciliana già programmati in ambito sociale e delle politiche attive del lavoro e individuare delle misure di accompagnamento verso i percorsi di formazione, lavoro e reddito di inclusione”. Lo dice Paolo Amenta, presidente Anci Sicilia, rivolgendosi all’assessore regionale alla Famiglia, Nunzia Albano.

L’incontro tra Anci e l’assessore alla Regionale alla Famiglia

L’assessore alla Famiglia, politiche sociali e Lavoro Nuccia Albano, ha incontrato oggi in assessorato una delegazione dell’Anci per discutere dell’emergenza che i Comuni siciliani stanno affrontando dopo l’interruzione dell’erogazione del Reddito di cittadinanza.

Alla riunione hanno partecipato, oltre all’assessore e ai dirigenti generali dei dipartimenti Famiglia Letizia Di Liberti e Lavoro Ettore Foti, il presidente dell’Associazione dei comuni siciliani Paolo Amenta (collegato online), il segretario generale Mario Alvano e il sindaco di Tremestieri Etneo Santi Rando. Albano ha ascoltato dai primi cittadini le esigenze dei Comuni a fronte dell’applicazione della legge nazionale d’interruzione del sostegno economico.

“I Comuni – ha detto Albano – sono impegnati come sempre, attraverso i servizi sociali e il terzo settore, a sopperire a particolari stati di necessità”.

Nuovo incontro venerdì

Il presidente dell’Anci e l’assessore hanno fissato un nuovo incontro per venerdì prossimo per monitorare l’evolversi della situazione.

Reddito di cittadinanza, la situazione della Sicilia

La Sicilia è la Regione con più esentati dal sostegno. Complessivamente, in base ai dati dell’Inps, con oltre 37.600 stop al reddito, è infatti la Sicilia a risentire di più del passaggio al supporto alla formazione e all’assegno di inclusione, mentre la Campania arriva a circa 36.700 sospensioni.

Tra le province, spiccano infatti anche i numeri di Palermo, al terzo posto, e Catania, al quarto posto con quasi 9.000 interruzioni. Poi c’è Caserta a quota 7.635 (praticamente quanto l’intera Lombardia), seguita da Cosenza a 5.234 e da Salerno a 4.806. A brevissima distanza, all’ottavo posto compare la prima provincia del Nord, quella di Torino, che conta 4.615 sospensioni, seguita di nuovo da un’area del Sud, quella di Reggio Calabria, dove si calcolano 3.714 comunicazioni di stop.

La seconda provincia del Nord è quella di Milano, al decimo posto della classifica nazionale: in questo caso sono 3.278 i beneficiari del reddito che dovranno rinunciare al sostegno. Si torna poi in Sicilia con le province di Trapani e di Agrigento, rispettivamente a quota 3.144 e 2.986. Poco sotto le tremila sospensioni anche Lecce dove se ne contano 2.939.

Reddito di cittadinanza Sicilia, cosa succede ora?

Arriva un contributo da 350 euro dato al singolo, non alla famiglia, purché si attivi. Deve cioè iscriversi alla piattaforma, firmare online la Did (la Dichiarazione di immediata disponibilità a lavorare) e scegliere una proposta di formazione da seguire. Il Supporto dura al massimo 12 mesi e non è ripetibile. Spetta solo per la durata del corso di formazione che il richiedente può trovarsi anche da solo.

A che punto siamo?

La piattaforma non è pronta e neanche la App collegata. Sarà difficile poi avere la disponibilità di tanti corsi di formazione o anche le offerte di lavoro (basta un solo rifiuto per perde il Supporto). Nel frattempo, come soluzione ponte, Inps pensa di aprire sul suo portale una pagina dedicata per anticipare le domande già da agosto. Domande che poi saranno transitate sulla piattaforma del ministero quando questa sarà attiva.

Chi invece conserva il Reddito di cittadinanza?

Tutte le famiglie con figli minori o disabili o over 60. Per loro non cambia nulla fino a dicembre. Poi a gennaio dovrà fare domanda per l’Assegno di inclusione che è molto simile nei requisiti e nell’importo al Reddito, sebbene non tenga conto più conto della quota affitti.

Reddito di cittadinanza, cosa succederà anche in Sicilia?

I nuclei familiari composti esclusivamente da adulti tra i 18 ed i 59 anni, non disabili, potranno essere presi in carico solo in caso di documentata situazione di fragilità (legata ad es. a condizioni di salute, personali o familiari).

Cose deve fare chi ha diritto all’aiuto dei servizi sociali

Gli interessati possono chiedere appuntamento presso la sede del Servizio Sociale di Comunità dove risultano residenti e richiedere di verificare la loro presenza sulla piattaforma Ge.P.I. (clicca per collegarti). Solo se la situazione di fragilità, adeguatamente documentata, trova conferma nella valutazione del Servizio Sociale, quest’ultimo potrà procedere alla presa in carico sociale.

Chi continuerà a prendere il reddito di cittadinanza in Sicilia?

La fruizione del RdC per i nuclei familiari in cui sono presenti minori, disabili e adulti over 60, sulla base del Decreto Legge n°48, poi convertito in legge, si protrarrà, invece, per tutto il 2023, a prescindere dalla presa in carico del Servizio Sociale in accordo con la naturale scadenza della domanda, non precludendo la possibilità di presentare una nuova domanda di rinnovo dopo il mese di stacco.