Sandro Russo, consigliere comunale del Partito Democratico di Monreale ed ex dipendente del CAF della CGIL, licenziato in seguito al servizio della trasmissione l’Arena Di Massimo Giletti, decide di candidarsi alle prossime amministrative e di raccontare la sua versione dei fatti.

Era finito sotto i riflettori dei media nazionali in seguito al servizio mandato in onda domenica 27 gennaio dal programma di La7. Secondo le ricostruzioni de L’Arena, come si vede nel servizio, Russo, ripreso da una telecamera nascosta del giornalista, avrebbe spiegato al suo interlocutore come fare per ottenere, lui e la moglie, il reddito di cittadinanza. Dopo la trasmissione, il vicepremier Di Maio ha dato ulteriore risalto al servizio proposto da Giletti, pubblicando un video sui social dal titolo “Quesito del giorno: il Pd espellerà il suo consigliere?”. Di Maio sosteneva che Russo fosse stato “beccato a dare consigli su come aggirare la legge e percepire indebitamente il reddito di cittadinanza”.

Adesso il consigliere comunale, che è stato anche capogruppo del Pd del consiglio monrealese, non nasconde l’amarezza per essere stato, a suo dire, raggirato e messo sulla gogna mediatica. “Sono cascato nella rete di uno sconosciuto – racconta in una lettera inviata a Monreale News – che si è presentato una mattina nel mio posto di lavoro con l’unico intento di farmi dire ciò che voleva sentire, facendomi senza dubbio peccare di ingenuità”.

Russo è stato definito come “il furbetto del reddito di cittadinanza”. In seguito al servizio è stato prima sospeso e poi licenziato dal Caf in cui lavorava. Adesso annuncia che “sarà un Tribunale a stabilire se il sottoscritto ha fatto il “furbetto” oppure no”.

Russo si candida in una lista civica che sostiene Alberto Arcidiacono. “Ho sempre inteso la politica al servizio dei cittadini monrealesi – spiega – e sono stato sempre portatore delle istanze degli ultimi e non degli interessi organizzati. Sono stato sempre premiato dagli elettori che mi dimostrano quotidianamente grande affetto”.

Sulla vicenda interviene anche Antonello Cracolici, parlamentare regionale del Pd. “Sono sorpreso, stupito e amareggiato per la decisione della Cgil di licenziare Sandro Russo per avere espresso un’opinione, se pur criticabile o discutibile. Ma pur sempre un’opinione. Mi auguro che ci sia un ripensamento da parte del sindacato – aggiunge Cracolici – su un provvedimento che costituisce un grave precedente per la tutela dei lavoratori. Perché se così non fosse, e se dovesse essere un giudice del lavoro a censurare questo provvedimento, la Cgil si coprirebbe di ridicolo”.

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