Poteva essere il fine settimana della ‘grande scrematura’ per arrivare ad una orsa di nomi fra i quali scegliere sia a destra che a sinistra. sarà ricordato come il fine settimana del ‘tutti candidati’. Non c’è pace, non c’è scelta, non c’è accordo fra i partiti e dentro i partiti.
Inevitabile iniziare questo viaggio fra le follie della politica dal Pd che ieri ha riunito la segreteria ed ha deciso di non decidere nulla con la solita espressione sibillina. La segreteria regionale del PD ha confermato al segretario regionale Fausto Raciti il mandato per lavorare – in vista delle prossime elezioni regionali di novembre – alla costruzione di una “alleanza larga, che vada dalla sinistra ai centristi”.
Una frase che viene interpretata come uno stop alla candidatura di Crocetta ma anche alle primarie, serve discontinuità. Il Pd si confronta con gli alleati e chiederà loro di convergere su un candidato di rottura dimenticandosi che gli alleati hanno già detto che il candidato loro lo hanno.
“È stato un confronto utile e sereno – dice Raciti – il partito ha dimostrato di essere più unito di quanto a volte possa apparire dall’esterno, e ringrazio tutti quelli che sono intervenuti stamattina per avere espresso posizioni utili a costruire una vittoria elettorale”.
A proposito dell’ipotesi di indire le primarie per la scelta del candidato alla Presidenza della Regione, Raciti ha detto: “dobbiamo intanto lavorare per costruire una coalizione larga. Incontrerò nei prossimi giorni tutte le forze politiche che si sono dimostrate interessate a discutere con noi. Ogni scelta verrà presa alla luce di questo confronto. Crediamo che la nostra forza si misurerà intanto sulla capacità di aggregare energie attorno ad un progetto di cambiamento, come abbiamo detto in queste settimane”.
Insieme con i componenti della segreteria regionale, alla riunione hanno partecipato il presidente dell’Assemblea regionale del PD Giuseppe Bruno, gli assessori Antonello Cracolici e Baldo Gucciardi, il vicepresidente dell’Ars Giuseppe Lupo, il responsabile regionale dell’Organizzazione del partito Antonio Rubino e rappresentanti delle aree del partito.
Ma questa sbandierata unità viene smentita subito dopo con una bella nota già pronta a partite della sinistra Pd, quella catanese che si sente proprietaria del valori del partito più degli altri.
“A proposito di elezioni regionali e di Presidenza della Regione sarebbe opportuno che il Pd facesse un po’ di chiarezza – dicono in una nota gli esponenti catanesi di Sinistra Pd Luisa Albanella, Concetta Raia, e Angelo Villari – non si può criticare il presidente Crocetta, dire che non è il futuro, e poi non prendere definitivamente le distanze attraverso le dimissioni degli assessori. Il Pd indichi anche un candidato alla Presidenza che sia espressione di una coalizione di centro-sinistra allargata alle forze moderate e civiche della Sicilia, senza dover necessariamente rivendicare un proprio candidato presidente. Questo sarebbe il modo migliore per chiudere una partita politica prima della pausa estiva senza farci trascinare in un lungo periodo di trattative estenuanti che darebbero solo il vantaggio al Centro-destra o ai Cinque Stelle di iniziare la campagna elettorale”.
“Per quanto riguarda il Governo Crocetta – aggiungono – dobbiamo prendere atto che in questi anni non ha raggiunto gli obiettivi prefissati nel programma del 2012. Per questo, oggi bisogna voltare pagina, cosa che andava già fatta da tempo”. “Il Pd – concludono – se vuole vincere le elezioni deve iniziare un periodo di intensa campagna elettorale, deve ricostruire la fiducia che in questi anni ha perso e riprendere un percorso programmatico con i territori, con i tanti elettori delusi, con i cittadini siciliani, mettendo in campo le priorità della Regione: lavoro, equità, inclusione sociale e sviluppo sostenibile per dare un futuro alla Sicilia”.
La novità è che anche la sinistra Pd sembra mollare Crocetta, per il resto non c’è accordo in Paradiso (Pd). tanto che da Agrigento arriva perfino l’idea di candidare Giusy Nicolini, che non è riuscita a farsi votare neanche dai Lampedusani dopo 5 anni di amministrazione apprezzata a livello internazionale (ma non locale) All’iniziativa regionale del Pd che si è tenuta ad Agrigento alla presenza di vari parlamentari, l’avvocato Giuseppe Arnone ha lanciato la proposta della candidatura proprio di Giusy Nicolini, ex sindaco di Lampedusa e attualmente nella segreteria nazionale dei dem, alla presidenza della Regione, “in netta discontinuità col governo Crocetta”, ha detto Arnone, che indossava una T shirt con il volto di Nicolini. L’avvocato ambientalista, ed ex consigliere comunale di Agrigento, ha inviato una lettera a Matteo Renzi e al ministro della Giustizia Andrea Orlando, invitandoli ad “aprire pubblicamente una riflessione su quella che oggettivamente appare oggi la più autorevole e vincente candidatura a presidente della Regione, coerente con i valori del Pd; l’unica che limpidamente rappresenta agli occhi dei siciliani i valori di Papa Francesco, di Enrico Berlinguer di Pio La Torre e Piersanti Mattarella”.
Dal lato opposto della barricata proprio quando si cominciava a delineare una sfida fra Nello Musumeci e probabilmente l’azzurro La Via per scegliere il candidato magari con un ticket da proporre ad altri papabili come Gaetano Armao e Roberto Lagalla, arriva la batosta proprio da Lagalla. Sì perchè Lagalla è l’unico candidato che a destra considerano di sinistra e a sinistra considerano di destra “La confusa situazione politica del momento e l’insistente richiamo a nomi di possibili candidati alla presidenza della Regione – dichiara Lagalla – in assenza di ogni ragionevole confronto programmatico, impongono oggi una diversa e più matura assunzione di responsabilità nei confronti della Sicilia e delle aspettative del popolo siciliano. Noi, contrariamente a tanti, vogliamo parlare di programmi e di obiettivi per dare risposte ai giovani e alle famiglie, per rimettere in moto la crescita e lo sviluppo di questa terra, piagata da cinque anni di governo inconcludente e avaro di soluzioni per il futuro dei Siciliani. Il nostro vuole anche essere un invito e un monito a partiti e possibili coalizioni che, in discontinuità con l’attuale governo, dimostrino di avere pienamente a cuore l’interesse dei siciliani”.
E conclude : “È comunque arrivato il momento di andare avanti e di presentare la nostra proposta, unitamente a quello che potrà sarà il personale ruolo per le prossime elezioni regionali”.
Un’altra settimana di attesa e poi, a spazzare via tutto e tutti, penserà il ‘generale agosto’ magari senza che ancora ci sia una idea di candidatura. Cinquestelle a parte, sia chiaro. Loro sono già partiti
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