In Sicilia qualcuno ci aveva sperato. Le regionali 2025 avrebbero potuto portare qualche novità e togliere qualche imbarazzo anche al centrodestra siciliano. In particolare gli occhi siciliani erano  puntati sulla Campania. una vittoria del centrodestra nella Regione “sorella” avrebbe potuto dare una certa consistenza agi equilibri di forze dentro la coalizione consegnando una regione del Sud a Fratelli d’Italia. Era difficile ma qualcuno ci aveva sperato.

Cambiare tutto per non cambiare niente

Invece tutto è rimasto così com’era ormai da anni, dieci almeno. Cambiano solo i nomi ma non le coalizioni, non gli equilibri, non la divisioni di forza della regioni.  Le tre Regione al voto eleggono nuovi presidenti ma restano sempre saldamente in mano a chi le ha governate fino ad oggi.  Escono di scena (o forse no, forse solo dalla carica) Vincenzo De Luca (Campania), Michele Emiliano (Puglia) e Luca Zaia (Veneto) ed entrano, rispettivamente, Roberto Fico, Antonio Decaro e Alberto Stefani. Campania, Puglia e Veneto continuano sulla stessa strada: le prime due, le regioni del Sud, in mano al centrosinistra, e la terza, l0unica del Nord in questa tornata, al centrodestra.

Il campo largo

Unica differenza: per mantenere le posizioni il centrosinistra ha dovuto ampliare lo spettro e ricorrere ad un campo largo, se possibile ulteriormente allargato.

Anche se la sinistra urla alla vittoria e dice “questa è la dimostrazione che vincere è possibile, un altro governo è possibili”, in realtà ha giocato in difesa. La partita, numericamente, l’ha vinta ma applicando il buon vecchio catenaccio. Tutti davanti la porta e pedalare.

Cosa cambia in Sicilia

Cosa cambia in Sicilia all’indomani di queste elezioni? Assolutamente niente. Gli equilibri restano gli stessi. Chi sperava che la Campania, ad esempio, fornisse un motivo per andare alle trattative in vista del 2027 con un elemento in più in mano, non potrà contare su questo bonus. Ma in fondo, pur sperandoci, nessuno ci aveva credito davvero a queste latitudini. Battere Fico in Campania era cosa davvero ardua