Gli uffici della Regione aprono le loro porte a nuove assunzioni. Finalmente si va verso lo sblocco del cosiddetto turn over. Si permetterà quindi al governo regionale di indire i concorsi per sostituire chi è andato in pensione. E sono tanti, considerando l’effetto che ha avuto “quota 100”. Tutto questo sarà possibile grazie all’accordo imminente che il governo Schifani sta concludendo con lo Stato. E si tratta di una sorta di “do ut des”.

In che modo si sblocca tutto

In pratica il cuore dell’accordo è questo. La Regione si impegna a rivisitare l’accordo per il rientro dal disavanzo finanziario di circa 5 miliardi prima rispetto al piano di rientro che a suo tempo era stato già stabilito dal precedente governo Musumeci. Di contro lo Stato andrà ad allentare la proprie rigidità rispetto ai parametri imposti per lo sblocco delle assunzioni alla Regione. Con gli attuali numeri Palazzo d’Orleans sarebbe impossibilità a far entrare un solo spillo all’interno dei propri uffici.

In cosa si traduce

In buona sostanza questa manovra si traduce numericamente così. Dieci anni prima del previsto la Regione dovrà rientrare dal debito da 5,5 miliardi, e questo significa che ogni anno aumenterà la rata da dover versare. Di contro arriverebbe il benestare per circa 1.300 assunzioni nei vari uffici della macchina burocratica regionale.

Intesa già a fine marzo

Adesso si stanno limando gli ultimi dettagli ma già alla fine dello scorso mese di marzo erano arrivati confortanti segnali C’era stato un primo vertice a Roma fra il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e il presidente Renato Schifani, accompagnato dall’assessore all’Economia, Marco Falcone. Presenti anche il capo di gabinetto di Palazzo d’Orleans, Salvatore Sammartano, e il ragioniere generale della Regione, Ignazio Tozzo. “Abbiamo riscontrato – aveva detto il governatore Schifani – la disponibilità del ministro Giorgetti a ridiscutere i termini dell’accordo tra Stato e Regione. Ciò alla luce del mutato quadro economico-sociale del Paese e della nostra Isola, evidenziando la necessità di rivedere alcuni vincoli per sostenere e rendere più funzionale lo sforzo di risanamento che la Sicilia sta compiendo”.

C’è chi vuole vederci chiaro

Sull’accordo siglato tra lo Stato e la Regione Siciliana, il Codacons aveva già nel marzo scorso chiesto al ministero dell’Economia e delle finanze e al presidente della Regione Siciliana di accedere agli atti. La Legge di Bilancio 2023 decisa dal governo Meloni, ha riconosciuto in favore della Regione Siciliana l’importo di 200 milioni di euro per l’anno 2022, ma l’erogazione sarebbe condizionata al verificarsi di alcune condizioni e presupporrebbe comunque la rinuncia di maggiori crediti che la Regione vanta verso lo Stato. Un fatto paventato già nei giorni scorsi e su cui adesso il Codacons vuole vederci chiaro.

Articoli correlati