‘I guai finanziari della Sicilia esistono ma non c’è alcun rischio di default e sull’argomento sono state scritte una quantità enorme di castronerie’. L’assessore regionale all’economia Gaetano Armao torna in conferenza stampa a spiegare perché le scelte del governo sono solo prudenziali e qual è la differenza fra debito o buco nel bilancio e disallineamento tecnico. lo fa cogliendo l’occasione della presentazione del bollettino periodico economico finanziario della Regione e snocciola la situazione “Abbiamo, da un lato, ridotto drasticamente il debito. Dal 2015 il debito è sceso di oltre 1 miliardo di euro, siamo scesi ben sotto la soglie degli 8 miliardi che abbiamo trovato all’insediamento del Governo Musumeci e oggi siamo a 7,3 miliardi complessivi. Un debito che si compone di una parte, che è il debito in senso stretto e che è sceso sotto i 5  miliardi, e della residua parte che è un’anticipazione della liquidità contratta nel 2015 dal precedente Governo. La diminuzione del debito determina una diminuzione dei costi del debito stesso e quindi un alleggerimento dei conti”.

“Stiamo procedendo alla rinegoziazione di derivati che sono costati ai siciliani 300 milioni di euro con nessun ritorno economico per il bilancio mentre invece, grazie ad una operazione che vede la Sicilia come prima regione coinvolta, rinegozieremo con le banche la chiusura dei titoli derivati al fine di salvare il bilancio regionale. Minori costi del debito determinano la possibilità di liberare le risorse”.

Ma poi si scalda nella voce Armao quando deve rispondere alle affermazioni dell’ex presidente della Regione Rosario Crocetta che ha scelto la platea favorevole di Giletti per spiegare la sua visione dei conti “Non c’è nessun dafault. Da uno che scambiava euro per lire non credo che ci si possa aspettare di più – dice Armao – se non castronerie assolute come quelle che ha combinato per 5 anni e che ci troviamo ad affrontare ogni giorno: disastri amministrativi, organizzativi e finanziari che i siciliani conoscono bene”.

Poi fa i conti in tasca al governo precedente “Quello che interessa è che il disavanzo derivante dalla precedente gestione ammonta a 2,5 miliardi di euro. Il Governo Musumeci non si sottrae all’onere di dare risposte ai cittadini che ci hanno chiamato a governare non per lamentarci di chi ci ha preceduto ma per risolvere i problemi. E nonostante questa massa finanziaria che non è emersa nel 2015, ce ne facciamo carico adesso con una serie di iniziative volte a diminuire il più possibile l’impatto sul bilancio per evitare effetti di paralisi e consentire che il bilancio possa continuare a essere pienamente in equilibrio come oggi è. Quindi chi parla di default, buco, debito dice solo castronerie ed è giusto che i cittadini lo sappiano”.

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