“Ci sono dei funzionari regionali che si comportano da criminali. Io li manderei in galera” ha detto ieri sera a sorpresa indossando gli inaspettati panni del suo predecessore il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci a Palermo alla manifestazione “Panorama d’Italia”.

“Ho trovato una Regione che lo era soltanto sulla carta intestata – ha aggiunto il governatore -, dove non c’è un sistema informatico. Si lavora ancora con il cartaceo. Una pratica può giacere per mesi su un tavolino: un funzionario la può lasciare sulla scrivania senza portarla al collega dello stesso piano. E’ un comportamento da criminali, mentre in Sicilia c’è chi soffre la fame”.

“Ora basta! I problemi della burocrazia regionale sono tanti e derivano da anni e anni di gestione improvvisata e sbadata, che certamente non si può imputare al nuovo governo regionale, ma non possiamo restare a guardare un presidente della Regione che, pur conoscendo le emergenze del comparto e della dirigenza regionali, continua ad attaccare i suoi dipendenti, arrivando persino a definirli criminali. Musumeci, già in campagna elettorale, ha detto più volte di voler motivare i regionali: bene, tenga fede al suo impegno, questa non ci sembra la strada giusta. Questo si chiama piuttosto sparare nel mucchio e sembra quasi di rivedere certi proclami tipici del suo predecessore. Se ha intercettato dei criminali, li denunci”.

A rispondere all’esternazione del Presidente della Regione non è, stavolta, il sindacato autonomo o una sigla estremista, Lo dice la Cisl funzione Pubblica che da Musumeci non si era mai allontanata più di tanto. E lo fa per bocca di Paolo Montera, segretario generale della Cisl Fp Sicilia.

“Il governo regionale pensi piuttosto a proseguire nel confronto con i sindacati sul rinnovo del contratto, così da agire su riqualificazione, riorganizzazione e, eventualmente, nuove assunzioni”, conclude Montera.

A far saltare sulla sedia il sindacato è stata l’ultima parte dell’intervento di Musumeci: “E se ti metti di traverso – ha sottolineato Musumeci – ti arriva subito il sindacato che minaccia lo stato d’agitazione. Ma siccome io sono più agitato di loro, restiamo tutti agitati. Tutti – ha concluso il governatore – devono sapere la condizione in cui ci muoviamo in Sicilia”.

Un riferimento forse non alla sigla di Montera ma che ha comunque causato questa reazione, ma qualche ora dopo arriva anche la Cgil.

I veri criminali sono stati i politici, i quali,  con i loro provvedimenti e con la carenza di risorse, hanno destrutturato la macchina amministrativa Regionale” risponde la Fp Cgil Sicilia. “Il Governatore per  giustificare l’operazione clientelare delle stage mascherate  da immissione di nuovo precariato – dichiarano il Segretario Generale, Gaetano Agliozzo, e la Segretaria Regionale, Clara Crocè – adesso scarica la responsabilità sul personale. Non spende invece una parola sui  reali motivi per i quali non si riesce a dare risposte ai bisogni dei cittadini. Da anni la Fp Cgil Sicilia denuncia inefficienza e sprechi, con una riorganizzazione fatta a suon di provvedimenti, ma senza mai alcun preventivo e opportuno confronto con le Organizzazioni sindacali e i lavoratori. Provvedimenti e politiche restrittive che hanno  svilito il ruolo del dipendente pubblico, riducendo i servizi ai cittadini, e offrendo così spazi di agibilità alla politica attraverso la creazione di un sistema parallelo clientelare che ha gestito e che gestisce la Pubblica Amministrazione Siciliana. Rispetto a queste scelte, scellerate,  le condizioni di lavoro dei dipendenti, in questi anni, sono notevolmente peggiorate. La cronica assenza di risorse per il funzionamento dell’attività ordinaria degli uffici (informatizzazione e materiali di prima necessità), per la formazione, per la sicurezza e l’igiene ha senza dubbio contribuito a rendere sempre meno di qualità i servizi”.

“Se qualche isolato funzionario si permette di lasciare la pratica sul tavolo – osservano ancora Agliozzo e Crocè –  ci chiediamo allora dove sia il Dirigente che ha tutti gli strumenti contrattuali per sanzionare l’eventuale nullafacente, il cui comportamento svilisce e mortifica il lavoro di migliaia di dipendenti. Ma – continuano Agliozzo e Crocè – non si può sparare nel mucchio.  Il  Presidente porga le scuse ai 5000 dipendenti, A e B, che per anni, a fronte dello stesso trattamento economico, svolgono mansioni superiori assumendosi le responsabilità  pur di mandare avanti la macchina amministrativa”.

“Ed ancora, il Presidente deve chiedere scusa ai 600 precari, che attendono la stabilizzazione, ma anche a coloro che lavorano in assenza di profili professionali, senza alcuna valorizzazione, senza formazione e mettendo addirittura le mani nelle proprie tasche per comprare toner, carta per fotocopiare e molto spesso costretti a rimboccare le maniche per pulire anche gli uffici. Musumeci piuttosto che portare avanti politiche demagogiche, come i predecessori, apra il confronto con le Organizzazioni sindacali  per la riorganizzazione della macchina amministrativa e per un piano straordinario a favore dell’occupazione, seguendo il modello messo in campo in Campania e in Puglia” – concludono Agliozzo e Crocè.

“Se il presidente Musumeci è a conoscenza di azioni che configurano reato da parte di qualche dirigente regionale deve andare subito a presentare denuncia nelle sedi competenti. Di certo troverà la Uil Fpl Sicilia dalla sua parte. In caso contrario – ricordano al governatore, Enzo Tango e Luca Crimi – sparare nel mucchio è sbagliato e ingiusto. Sono solo messaggi elettorali e di bassa politica”.

“La frase che alcuni funzionari regionali sono criminali da sbattere in galera è inaccettabile da un presidente della Regione. Secondo noi il presidente non ha ancora compreso che c’è un’intera categoria di funzionari  regionali che rappresenta il motore della macchina amministrativa che fino adesso è stata mortificata e scarsamente considerata”.

Lo afferma Giuseppe Badagliacca segretario del sindacato Csa in merito a quanto dichiarato dal governatore Nello Musumeci nel corso di un dibattito pubblico a Palermo.

“Noi che rappresentiamo proprio i funzionari direttivi della Regione – aggiunge Badagliacca – abbiamo proposte che potrebbero essere la soluzione per migliorare i servizi della Regione. Speriamo che il presidente abbia il nostro stesso intento e ci convochi al più presto insieme alle parti sociali per rimettere in moto la macchina regionale e dare le risposte ai tanti cittadini e imprenditori che vedono le loro istanze disattese”. E conclude Badagliacca. “Se ci sono colpevoli da individuare e punire, non ripercorra per favore presidente le orme del suo predecessore che sparava nel mucchio, ma faccia nomi, cognomi, e riveli responsabilità”.

 

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