Questo debito dello Stato con la Regione c’è effettivamente? Si parla di 8 miliardi, come è trapelato mesi fa attraverso notizie giornalistiche che non sono mai state oltretutto smentite. Le segreterie regionali dei sindacati autonomi dei dipendenti regionali Cobas-Codir, Sadirs e Siad-Csa-Cisal, che rappresentano il 60% delle forze sindacali alla Regione siciliana, attaccano il governo siciliano per quello che definiscono un presunto “accordo truffa” che sarebbe stato messo in atto tra Stato e Regione. E addirittura si parla di default organizzativo per la carenza di personale negli uffici.
Non ceduto il debito contratto
“Il 23 aprile scorso gli organi di stampa hanno diffuso la notizia, mai smentita dal governo regionale, secondo cui lo Stato deve alla Sicilia 8 miliardi – attaccano Cobas-Codir, Sadirs e Siad-Csa-Cisal -. Per i tecnici del Mef e della Regione, soldi mai versati dal 2007 a oggi previsti dalle Leggi nazionali. Se l’Isola incassasse per intero gli 8 miliardi pregressi si azzererebbe il disavanzo di bilancio, pari a circa 7 miliardi. Ma il governo regionale guidato da Musumeci, invece di cedere allo Stato il debito contratto per azzerare la partita, ha sottoscritto un accordo truffa con lo Stato italiano che, tra le altre cose, come dimostra l’impugnativa della Legge di Stabilità regionale 2022 da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri, azzera ogni possibilità di rinnovare la macchina amministrativa regionale, non consentendo neanche di utilizzare i risparmi di spesa ottenuti sul personale per ottimizzare i processi riorganizzativi e riclassificare il personale stesso in un nuovo sistema classificatorio, né consentendo di fare nuove assunzioni sebbene la Regione si avvii nel prossimo biennio verso il default organizzativo per carenza di personale”.
Resistere all’impugnativa
Dario Matranga e Marcello Minio del Cobas-Codir, Fulvio Pantano del Sadirs, Angelo Lo Curto e Giuseppe Badagliacca del Siad-Csa-Cisal aggiungono: “Il governo regionale, se veramente ha a cuore il destino della Regione e della Sicilia, non solo ha il dovere morale e politico di resistere davanti all’impugnativa ma, nell’ambito del Ddl ‘Modifiche alle leggi regionali n. 13 e n. 14 del 25 maggio 2022 e variazioni al Bilancio di previsione della Regione Siciliana per il triennio 2022/2024’ che dovrebbe essere approvato entro fine mese, abbia il coraggio di mettere in trasparenza i conti con lo Stato, portando in pareggio il disavanzo della Regione per consentire tutti gli investimenti e la spesa di cui la Sicilia ha bisogno per la propria ripresa”.
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