Non c’è accordo sulla rateizzazione del debito e la Regione adesso potrebbe non riuscire a chiudere il bilancio 2021 neanche con il rinvio a marzo (o forse a maggio).

Da Roma è stata rinviata la trattativa e la decisione finale sulla richiesta di spalmare in dieci anni la parte residua del debito “Non è certo un fulmine a ciel sereno, Musumeci ha sapientemente creato, con la sistematica inerzia del suo governo, le condizioni perché da Roma non potesse che arrivare un rinvio alla spalmatura del disavanzo della Regione in 10 anni. Il presidente ha avuto ben 12 mesi per presentare un piano concreto e razionale di riforme e di riduzione della spesa, come aveva chiesto il governo centrale, e non lo ha fatto. Se ne assuma adesso le conseguenze senza lamentarsi attribuendo a Roma colpe e inadempienze che sono esclusivamente sue e della sua giunta” attaccano i deputati del M5S all’Ars, in relazione al rinvio del consiglio dei ministri della spalmatura del disavanzo monstre della Regione in dieci anni.

“Il peso dei ritardi del Governo Musumeci – dicono i deputati 5 stelle – rischia di ricadere sugli incolpevoli lavoratori e sugli enti locali, già troppo spesso penalizzati da un governo a dir poco inconcludente e più attento al risiko delle poltrone che ai veri problemi dei siciliani”.

“Ora non c’è più tempo da perdere, Musumeci sottoponga a Roma e all’Ars un programma credibile di riforme e di delibere che riducano la spesa evitando inutili teatrini come quello vissuto oggi all’Ars – concludono i deputati – con il ritiro della norma che prevedeva l’istituzione del collegio dei revisori dei conti della Regione siciliana. Un impegno, questo, da onorare entro il 31 dicembre 2020, ma la norma è stato stralciata dal presidente dell’Ars, Miccichè”.

Tutto questo mentre salta anche l’approvazione dell’esercizio provvisori e la Regione si troverà, da domani, senz apossibilità di spesa se non quella obbligatoria e senza striumento di bilancio fino a quando l’aula non tornerà a riunirsi per approvare proprio l’esercizio provvisorio valido fino a fine febbraio.

“La giunta Musumeci conclude l’anno senza bilancio di previsione per gli anni 2021-2023 nè piano per le riforme e con un rimpasto che esclude le donne dalla giunta. Evidentemente il presidente Musumeci negli ultimi mesi si è concentrato solo sul rimpasto di governo che esclude totalmente la presenza femminile nonostante l’Ars abbia approvato, grazie al Pd, una legge di attuazione dello Statuto che impone, già a partire dalla prossima legislatura, di riservare alle donne un terzo dei posti in giunta. Il gruppo parlamentare del Pd ha già proposto all’Ars un disegno di legge di riforma elettorale che introduce la preferenza di genere già dalle prossime elezioni regionali” attacca Giuseppe Lupo capogruppo del Pd.

Ma Musumeci non si scompone “La Regione Siciliana ha trasmesso alla presidenza del Consiglio dei ministri la proposta di accordo sulle riforme economiche che la nostra Isola attende da molti anni. Sono grato al presidente Conte e a tutto il governo per la disponibilità dimostrata stasera nell’esaminare la proposta nei prossimi giorni. Usciamo da un anno difficile e abbiamo colto da parte del Governo centrale una disponibilità ribadita dal ministro dell’Economia. Un passo avanti, non ancora l’ultimo. Ma va bene così” dice il governatore al termine del Consiglio dei ministri che ha esaminato le norme di attuazione dello Statuto siciliano approvate dalla Commissione paritetica.
“Confido nella volontà del governo centrale – ha aggiunto Musumeci – siamo pronti, come sempre, a fare la nostra parte, perché di fronte al difficile anno della pandemia, quindi dell’emergenza sanitaria e della crisi economica, tra i diversi livelli di governo si impone il principio della leale collaborazione, quella che da parte del governo siciliano non è mai mancata”.

E intanto la polemica impazza anche sul rimpasto in giunta. Un fine anno senza pace  ma con la convocazione di un’ultima giunta regionale con all’ordine del giorno comunicazioni del presidente, il piano di revisione periodica delle partecipazioni regionali e la proposta di aggiornamento per il 2021 del sistema di misurazione e valutazione delle performance.

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