Regolamentare la professione del pizzaiolo. È quanto chiede a gran voce l’Unione pizzaioli italiani. L’appello è stato lanciato questa mattina, nella Sala delle Carrozze a Villa Niscemi, nel corso dell’incontro “Punto di partenza per la tutela e la regolamentazione dell’arte del pizzaiolo”.
Un piccolo passo in Sicilia è già stato fatto a dicembre dello scorso anno. Il profilo professionale di pizzaiolo è stato riconosciuto dal governo regionale con un decreto firmato dall’assessore alla Formazione Roberto Lagalla, aprendo così un nuovo capitolo nel mondo della formazione.
Ma questo non basta. Occorre dare, ai pizzaioli italiani, l’opportunità di lavorare all’estero, forti anche del fatto che i pizzaioli del nostro Paese sono sempre più richiesti oltre confine, dove gran parte delle volte si occupano di formazione e promozione dell’arte della pizza. Per far questo, occorre una legge, da inoltrare successivamente alla Commissione Europea per ottenere il riconoscimento a livello comunitario. Una tutela per i pizzaioli italiani per scongiurare eventuali chiusure di frontiere.
“Il riconoscimento della professione di pizzaiolo è importante – dice Stefano Catalano, coordinatore dell’Upi – perché è paradossale che i professionisti pizzaioli degli altri paesi europei, attraverso il riconoscimento delle qualifiche professionali, possono lavorare e aprire pizzerie nel nostro Paese, mentre i nostri pizzaioli non hanno accesso al mercato europeo, non avendo una professione riconosciuta dallo Stato. L’iter per la legge è già in corso ma il tutto si è arenato con il cambio del governo nazionale”.
Alla mattinata di oggi, hanno preso parte Fabio Virdi, presidente regionale di Cifa Italia, Gianni Guttadauria, responsabile promozione FonARCom, Antonio Starita, presidente Unione Pizzerie storiche Napoletane, Evandro Taddei, presidente associazione pizzerie Abruzzesi, Antonio Scapicchio, presidente associazione Passione Pizza in Puglia. E ancora Claudio Venturato, segretario Aias (Associazione italiana Ambiente e Sicurezza), Roberto Lagalla, assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione professionale, Leoluca Orlando sindaco di Palermo, Bartolomeo Amidei senatore firmatario del disegno di legge S.2280, e Andrea Cafà, presidente Cifa Italia – FonARCom.
La giornata è stata moderata da Maurizio Artusi, enogastronomo e food writer, ideatore e autore di CucinArtusi.it.
“La pizza – ha detto Lagalla – è una delle parole italiane più conosciute al mondo insieme agli spaghetti. Abbiamo il dovere, non solo politico ma anche etico e sociale, di rendere qualificato il prodotto italiano perché questo brand rende grande il Paese e competitivo il prodotto. È necessario coniugare due elementi: l’elemento umano che è responsabile della produzione e la qualità del prodotto che diventa strumento e volano di promozione di se stesso. Abbiamo riconosciuto – ha aggiunto – il titolo professionale, ma siamo all’inizio di un percorso. C’è la disponibilità dell’assessorato a proseguire il ragionamento con le organizzazioni di categoria. Noi dobbiamo andare verso la certificazione di queste competenze. Il riconoscimento della competenza professionale a tutela della qualità e della produzione del prodotto”.
Al termine della mattinata si è esibita la squadra Campioni del mondo di pizza acrobatica, capeggiata da Paolino Bucca. E sono state degustate le pizze realizzate nel segno della tradizione siciliana a base di impasti di farine e semole di grani antichi.
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