“Uno strumento che può guidare verso una migliore convivenza civile tra chi vuole vivere un sano divertimento, gli imprenditori e i residenti che hanno diritto alla quiete”. Definiscono così il regolamento per la movida nel comune di Palermo il sindaco Roberto Lagalla e l’assessore comunale competente Giuliano Forzinetti.
Il regolamento approvato dal consiglio comunale introduce tante novità fra cui il biglietti nominale elettronico per le discoteche e i divieti di vendere alcolici in vetro o in metallo dalle 22 alle 7. Per giunge ad approvazione, però, ci sono voluti mesi
“Ogni supplemento di analisi, in Consiglio comunale, nei vertici con le istituzioni come la Prefettura o le forze dell’ordine, nei momenti di confronto con le categorie e con i comitati cittadini, non è stato vano.dicono rivendicando come utile il tempo trascorso in attesa di questo regolamento” aggiungono sindaco e Forzinetti per giustificare i tempi.
Opposizioni insoddisfatte
Ma per le opposizioni il regolamento non è riuscito in nessuno dei suoi intenti. Il biglietto elettronica nominale è a rischio ricorso davanti al Tar mentre la videosorveglianza esisteva già. Un regolamento simile sugli alcolici, poi, non è una novità mentre per tutto il resto, il problema è farlo rispettare.
“Dopo quattro mesi di blocco del consiglio sul tema, gli esponenti della maggioranza hanno partorito due punti di modestissimo o nullo effetto sul problema sicurezza, quali l’obbligo di biglietti nominali (a rischio ricorso) e videocamere nei locali (che molti già hanno)” dice il consigliere Giuseppe Miceli a nome del M5S.
“Il nostro apporto (sia come gruppo che come opposizione) ha permesso di dare più senso a diverse parti del testo, armonizzando gli orari, tutelando il diritto al riposo dei cittadini senza eliminare la proposta musicale, e al contempo abbiamo impegnato l’amministrazione, tramite ordine del giorno, ad acquistare nuovi strumenti di misura delle emissioni e a contrastare efficacemente la ludopatia, per andare oltre il primo segnale, contenuto nel regolamento, di limitazione oraria delle slot machine, e dedicandosi anche alle problematiche sociali connesse al fenomeno”.
Le imprese chiedono contributi
Sono, invece, le imprese del settore quelle che pagheranno il prezzo maggiore. A parlare è Giovanni Felice Presidente di Confimprese Palermo “Chiediamo che i sistemi di videosorveglianza siano collegati con le forze dell’ordine e che siano stanziati contributi per gli esercenti. Davanti a fenomeni devastanti e pericolosi la storia ci insegna che ci vogliono provvedimenti straordinari ed una grande collaborazione tra istituzioni, associazioni e società civile”.
“L’approvazione del regolamento contro la malamovida, argomenta Felice, è più importante per il segnale che dà e non per gli effetti reali che può produrre, le leggi ci sono già, ma come vediamo non bastano. Può servire a regolare il rapporto tra pubblici esercizi, consumatori e residenti ma da solo non basta”.
Felice rilancia la sua proposta di un piano di interventi coordinati: “In primo luogo va utilizzata al massimo la tecnologia. Per combattere rapine e racket si realizzarono linee di finanziamento a fondo perduto per incentivare tale strumento da parte degli operatori. Bisogna creare, continuando il parallelismo con quanto si è fatto in materia di lotta al racket, non solo il collegamento di tali strumenti di sorveglianza direttamente con la Questura in maniera che possa coordinare gli interventi delle forze dell’ordine. Allora Comuni, Camere di Commercio e Regioni parteciparono alla realizzazione del fondo per la realizzazione di tali sistemi di sicurezza, misure, peraltro ancora in vigore in altre Regioni. E così si dovrebbe fare contro la malamovida. Il peso della prevenzione e le misure pensate – conclude Giovanni Felice -non possono gravare solo sugli operatori sia in termini di investimenti che di appesantimenti gestionali perché in questo modo le imprese sono trattate come complici della situazione e non come vittime quali in realtà sono”.
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