E’ stata una lunga notte quella che si è appena conclusa in Consiglio Comunale. Così come avviene nelle serate di pub e discoteche palermitane, gli esponenti di Sala Martorana hanno fatto le ore piccole per partorire il nuovo regolamento movida. Una maratona lunga sei ore in cui non c’è stata musica nè si è ballato a Palazzo Comitini, bensì si è dovuto approvare sette dei dieci articoli che compongono il documento. L’atto proposto dall’assessore Giuliano Forzinetti esce così da un guado lungo oltre quattro mesi causato da dissidi interni alla maggioranza, nonchè dalla necessità di apportare modifiche, in alcuni casi, attraverso il meccanismo del subemendamento.
Tanti i cambiamenti suggeriti dalle indicazioni del Comitato Ordine e Sicurezza. Fra questi, l’informatizzazione dello sbigliettamento e l’introduzione di sistemi di controllo per accedere nelle discoteche. “Questo strumento – dichiarano i consiglieri Salvo Alotta, Pasquale Terrani ed Ottavio Zacco – tiene conto delle esigenze di tutti e soprattutto guarda prioritariamente alla sicurezza dei giovani e della città. Viene prevista la possibilità di intervenire successivamente con ordinanza del sindaco su specifiche esigenze che possono presentarsi in seguito alla sua entrata in vigore“.
Seduta molto nervosa
Al tramonto della giornata in cui il ministro Matteo Piantedosi è stato in città, il Consiglio Comunale riesce ad esitare l’atto. Una seduta che però ha rischiato più volte di interrompersi anzitempo. Dopo un nulla di fatto nell’apertura pomeridiana, l’avvio dei lavori è stata rinviato alle 22. In realtà, il Consiglio Comunale ha iniziato a discutere l’atto soltanto a mezzanotte. Il dibattito è ripartito dall’articolo 3 (quello relativo alle indicazioni operative a tutela dei cittadini), in particolare da un subemendamento presentato da alcuni consiglieri. Proposta di modifica inizialmente dichiarata inammissibile dal segretario generale Raimondo Liotta. Fatto che ha mandato su tutte le furie non solo i consiglieri d’opposizione, ma anche quelli di maggioranza.
“Questo subemendamento è stato presentato quattro mesi fa”, ha dichiarato l’esponente di “Oso” Giulia Argiroffi. Parole a cui è seguito l’appello del capogruppo di Fratelli d’Italia Giuseppe Milazzo. Preghiera accolta dal giudice d’aula. Ciò al fine di evitare un esplosione del fragile accordo raggiunto in serata. E di momenti di tensione durante la notte ce ne sono stati tanti. In un paio d’occasioni, il presidente Giulio Tantillo ha dovuto sospendere i lavori per vederci chiaro su cosa si stava o meno votando.
Cosa prevede il regolamento movida
La stanchezza e il nervosismo hanno spesso prevalso nella lunga maratona notturna di Sala Martorana. Ma l’obiettivo era portare a casa l’atto e l’aula, finalmente, ci è riuscita. Si chiude così uno dei capitoli più perigliosi per l’Amministrazione Comunale guidata da Roberto Lagalla, in particolare per l’assessore proponente, ovvero Giuliano Forzinetti. Un atto che sicuramente non servirà a cancellare gli episodi di criminalità, ma a dare regole certe per le attività commerciali e per gli avventori delle stesse. Atto che tocca diverse falangi dei servizi offerti da bar, pub o discoteche. Una normativa che regolerà gli ingressi all’interno dei luoghi della movida (introdotta l’informatizzazione dello sbigliettamento, nonchè controlli di sicurezza più specifici), la nascita e i luoghi in cui potranno avviarsi nuove attività, nonchè l’utilizzo di strumenti di gioco come le slot machine.
Dieci gli articoli
Dieci articoli introdotti dall’oggetto e finalità dell’atto. Un regolamento “diretto ad assicurare la coesistenza tra le funzioni residenziali e le attività di esercizio pubblico e di intrattenimento nelle aree private e pubbliche nel territorio del Comune di Palermo mediante la regolamentazione dei comportamenti e degli impatti, diretti e indiretti, sull’ambiente urbano, derivanti dalle manifestazioni pubbliche o private nonché dagli esercizi commerciali, artigianali alimentari e di somministrazione di alimenti e bevande”.
All’articolo 4 è prevista la disciplina relativa al divieto di vendita di bevande in contenitori di vetro o lattina e contrasto all’abuso di alcool, seguito dalla determinazione degli orari di apertura di sala giochi e di funzioni degli apparecchi (ridotto dalle 15 alle 20 con apposito subemendamento). All’articolo sei vengono disciplinati tutti i divieti in materia di acustica, nonchè i luoghi deputati ad eventi ed attività commerciali relativi alla movida. Deroghe sono previste all’articolo 7 e riguardano alcuni giorni dell’anno tipizzati dal regolamento (San Valentino, Martedì e Giovedì Grasso, Festino, Ferragosto, Halloween, Natale, Capodanno ed Epifania). Infine, all’articolo 8 e 9, sono indicate le sanzioni in caso di violazioni, nonchè il ruolo degli organi di pubblica sicurezza.
Confimprese Palermo: “Bene l’approvazione”
Giovanni Felice, presidente di Confimprese Palermo, esprime soddisfazione per l’ approvazione del regolamento sulla movida. “Chiediamo però che i sistemi di videosorveglianza siano collegati con le forze dell’ordine e che siano stanziati contributi per gli esercenti. Davanti a fenomeni devastanti e pericolosi – continua – la storia ci insegna che ci vogliono provvedimenti straordinari ed una grande collaborazione tra istituzioni, associazioni e società civile.
In questo senso, l’approvazione del regolamento contro la malamovida – argomenta Felice – è più importante per il segnale che dà e non per gli effetti reali che può produrre, le leggi ci sono già, ma come vediamo non bastano. Può servire a regolare il rapporto tra pubblici esercizi, consumatori e residenti ma da solo non basta”.
Felice rilancia la sua proposta di un piano di interventi coordinati: “In primo luogo va utilizzata al massimo la tecnologia. Per combattere rapine e racket si realizzarono linee di finanziamento a fondo perduto per incentivare tale strumento da parte degli operatori. Bisogna creare, continuando il parallelismo con quanto si è fatto in materia di lotta al racket, non solo il collegamento di tali strumenti di sorveglianza direttamente con la Questura in maniera che possa coordinare gli interventi delle forze dell’ordine. Allora Comuni, Camere di Commercio e Regioni parteciparono alla realizzazione del fondo per la realizzazione di tali sistemi di sicurezza, misure, peraltro ancora in vigore in altre Regioni. E così si dovrebbe fare contro la malamovida. Il peso della prevenzione e le misure pensate – conclude Giovanni Felice -non possono gravare solo sugli operatori sia in termini di investimenti che di appesantimenti gestionali perché in questo modo le imprese sono trattate come complici della situazione e non come vittime quali in realtà sono”.
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