Un registro per racchiudere e valorizzare le eccellenze della pesca mediterranea e dei borghi marinari siciliani. Tutto questo è il Reimar, programma presentato questa mattina presso il dipartimento degli Affari extraregionali della Regione Siciliana di via Generale Magliocco, a Palermo. La misura ha come obiettivo quella di promuovere e valorizzare la storia della città che sorgono a pochi metri dal mare e che sono legate ad esso da una storia fatta di identità, conoscenze e tradizioni.
Le caratteristiche del registro Reimar
Uno strumento su cui la Regione Siciliana punta per aumentare la conoscenza e la valorizzazione del patrimonio, materiale e non, legato alla storia delle comunità costiere siciliane. Il Reimar è al momento articolato in sei sezioni integrate: borghi marinari; saperi del mare; celebrazioni rituali; espressioni tradizionali e spazi culturali; tonnare fisse, costruzioni e manufatti tradizionali; musei del mare. Con riguardo ai borghi marinari, al momento l’elenco regionale comprende sedici località. Si tratta di ci Trezza, Borgate di Acireale, Bonagia, Castellammare del Golfo, Cefalù, Favignana, Isola delle Femmine, Lipari, Marinella di Selinunte, Marzamemi, Portopalo di Capo Passero, Riposto e Torre Archirafi, San Vito Lo Capo, Borgate di Santa Flavia, Sciacca e Sferracavallo.
Come presentare domanda per aderire
L’elenco non è rigido, bensì è ancora un percorso work in progress. Altri borghi che possiedano i requisiti necessari, potranno fare domanda d’iscrizione al dipartimento della pesca mediterranea. Le istanze di iscrizione possono provenire direttamente dai detentori di tradizioni e saperi orali (quali individui, comunità e gruppi) o, a seconda del caso, dai singoli Comuni. Sarà poi la commissione di valutazione nominata dal dipartimento regionale ad analizzare a documentazione e pronunciarsi sull’iscrizione del borgo candidato.
Pulizzi: “Progetto attorno al mondo della pesca”
“Da oggi si parte per la costruzione di un’organizzazione che dà la possibilità di costruire un progetto attorno al mondo della pesca – ha commentato Alberto Pulizzi, Dirigente Generale Dipartimento della Pesca Mediterranea -. Questo sfruttando la storicità, la cultura e le conoscenze che questo settore ha, fino a raggiungere un connubio tra il visitatore, i turisti e coloro i quali vivono nei borghi marinari. Soggetti che non solo possono diventare i classici produttori del prodotto pescato, ma dei nuovi operatori del mondo della cultura regionali, produttori di sapere, dando sfogo al mondo del turismo”.
Cappugi: “Tutela patrimonio intangibile a rischio”
Per Laura Cappugi, dirigente del CRICD, “si tratta di un immenso patrimonio intangibile, a rischio di oblio o di omologazione nell’età della globalizzazione. Siamo ben leti quindi di partecipare a questo eventi, perchè il Reimar si integra e si sposa con la nostra banca dati del registro delle eredità immateriali. Tutto questo, insieme al Reimar, deve essere oggeto di un’attività attenta, costante, per la valorizzazione e il rilancio sul territorio. Le pratiche e le espressioni della cultura immateriale sono un volano per il turismo e la cultura”.
Sammartino: “Valorizzazione patrimonio culturale della Sicilia”
Un progetto che guarda al futuro, come testimoniato dalle parole dell’assessore regionale alla Pesca Luca Sammartino. “Con la legge 9/2019, abbiamo voluto valorizzare gli antichi saperi ma soprattutto i mestieri dei pescatori siciliani con le loro tradizioni, creando un ponte culturale con l’innovazione tecnologica garantita dal portale che metterà i borghi marinari più belli di Sicilia, per creare sviluppo, turismo e per evocare i miti e le tradizioni della nostra Regione. Nei racconti epici dei nostri pescatori, troviamo le vie, le borgate, le case dei pescatori che saranno fruibili e che diventano patrimonio culturale della nostra terra”.
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