La convenzione di servizio, ovvero il documento che certifica, identifica e quantifica i servizi che Reset (società partecipata che ha preso il posto della Gesip) deve svolgere per il Comune di Palermo (proprietario di maggioranza/committente) pare non sia ancora stata firmata dal presidente Perniciaro. Lo rende noto il segretario generale di Alternativa sindacale, Salvo Barone.

Nonostante il capitolo di bilancio del comune di Palermo, e quindi anche la convenzione di servizio, preveda un ampliamento da 29 a 31 milioni, come tra l’altro annunciato dallo stesso Comune durante gli ultimi incontri sindacali, l’elemento che non abbia ancora convinto il presidente della Società consortile, nata dalle ceneri di Gesip, pare sia la modalità di fatturazione che non tiene conto dei costi indiretti del personale di struttura ovvero degli impiegati di sede.

L’organizzazione sindacale esprime rammarico, ed estrema preoccupazione nei confronti dei lavoratori che, ancora una volta, esprimono tutta la loro professionalità ai limiti dell’inconcepibile, probabilmente guidati da una classe dirigente improvvisata e inopportuna.

“Se esistono problematiche di incomprensione tra committente e gestore, – sostiene Barone – tra l’altro nominato proprio dal proprietario/committente, motivo per il quale dal primo gennaio i lavoratori esprimono la propria manodopera senza convenzione, ci si chiede quali spiragli migliorativi si possano intraprendere di comune accordo a favore dei lavoratori, e quale possa essere l’argomento dell’incontro convocato dal Comune per il prossimo venerdi”.

Nulla sarebbe stato ancora ufficializzato per implementare le ore dei lavoratori, nessun contratto di affidamento di servizi da parte delle altre partecipate, “escluso qualche centinaio di migliaia di euro da parte di AMAP e Amat, il servizio dei canali di maltempo praticamente privo di copertura finanziaria, il servizio di Guardie particolari giurate che non può essere espletato dai lavoratori Reset e per la manutenzione qualche spicciolo previsto ma non ancora ufficializzato”.

“Per non parlare del servizio dei marcipiedi e della raccolta differenziata, nonché del rifacimento strade, che RAP avrebbe dovuto cedere a Reset, e che però pare sia stato minimalizzato e ridotto ai minimi termini, rispetto a quanto prospettatoci durante gli incontri sindacali, ma anche questa volta nessuna documentazione ufficiale”.

“Veniamo inoltre informati che rispetto alle necessità di forza lavoro che le altre partecipate avrebbero dovuto indicare al Comune per riassorbire dipendenti della Reset, complessivamente il flusso in uscita dovrebbe essere quantificato intorno alle 40 unità e non è detto che siano tra gli attuali dipendenti della Reset, considerando che dietro l’angolo gli ex dipendenti della SPO, vincitori di ricorsi in tribunale, potrebbero essere tra i destinatari dalla norma tanto voluta dal Consiglio Comunale.”

“Dal prossimo incontro – conclude Barone – dobbiamo uscire con delle ore di aumento per i lavoratori, altrimenti attiveremo tutte le procedure dettate dalla legge per far valere i diritti dei lavoratori, nel massimo rispetto della cittadinanza e dei servizi da offrire a quest’ultima”.

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