Si sono dati appuntamento in quaranta questa mattina a Ciaculli in un antico Baglio. L’incontro organizzato dopo che nella villetta confiscata sono stati trasferiti 14 rom sloggiati dal campo nomadi della Favorita.

Un tam tam nato sui social che ha portato questa mattina un gruppo di residenti e di proprietari terrieri a cercare di trovare una forma di lotta non solo per cercare chiedere di mandare via i rom, ma soprattutto per rilanciare un’area che è stata negli ultimi anni abbandonata.

“Possibile che si parla di questa zona di Ciaculli prima per fare un nuovo ospedale ora solo per il nuovo cimitero – dice Salvo Cerrito uno dei promotori della nascita dell’associazione Giardini della Fawara – Il nuovo cimitero dovrebbe essere realizzato in una zona ricca d’acqua vicino ad un’importante sorgente che fornisce acqua a tutti i campi coltivati del tardivo di Ciaculli. I carotaggi fatti nella zona hanno dimostrato che lì è impossibile realizzare il nuovo camposanto. Questa zona è diventata la periferia della periferia. Noi diciamo basta. Adesso pure i rom. Vogliono trasformare qui questa zona in un campo nomadi. Noi siamo contrari e chiediamo un intervento al ministero dell’Interno e alla prefettura per sapere chi sia responsabile dei danni provocati da queste persone. Ieri già c’erano dentro la villa venti auto con stereo a tutto volume. Una festa anche se la casa è senza acqua e luce e senza servizi igienici funzionanti. Manca delle minime condizioni igieniche. Il Comune non ci ha avvisato dell’arrivo dei rom. Non si è confrontato con la società civile. Noi qui non li vogliamo”.

La protesta monta, ma è una manifestazione soprattutto per chiedere all’amministrazione comunale impegni per rilanciare la zona e tutte quelle attività che in questi anni i residenti hanno cercato di portate avanti senza successo.

“Pensiamo a questo polmone verde che miracolosamente si è salvato dal sacco di cemento come ad una zona dove realizzare un percorso turistico. – dice Giuseppe Mazzola – Dove potere trascorrere lunghe giornate immersi nella natura. Non è possibile che il sindaco insieme alla casa gli ha dato 8 mila metri quadrati di terreno. Questo rischia di diventare un nuovo campo rom. Sono tanti i progetti che abbiamo pronti e su cui non abbiamo mai trovato interesse. Siamo stanchi di subire queste umiliazioni. Per questo abbiamo deciso di costituirci in comitato e cercare di fare sentire la nostra voce. Adesso diciamo basta noi da qui non ce ne andremo il nostro lavoro è fatto di tanto sudore e non abbiamo nessuna voglia di andare via”. Domani mattina i residenti incontreranno l’assessore comunale Giuseppe Mattina.