Riconoscete i figli delle coppie omogenitoriali,  è l’appello della Sicilia al Parlamento nazionale: si può racchiudere così il senso della mozione  approvata oggi all’Ars. L’obiettivo è consentire alle coppie omogenitoriali di poter registrare all’anagrafe i propri figli. L’atto politico è stato presentato oggi all’Ars dai deputati Gianfranco Micciche, Valentina Chinnici e Stefano Pellegrino, con lo scopo di impegnare il governo regionale a fare pressione su Palazzo Chigi e Parlamento nazionale. L’obiettivo è colmare quello che a tutti gli effetti è un vuoto istituzionale e normativo.

Il Comune di Palermo condannato

La vicenda è diventata d’attualità dopo che il Comune di Palermo è stato condannato a pagare le spese processuali a due famiglie omogenitoriali che si erano rivolte ai giudici dopo il diniego alla trascrizione dei figli nei registri. “Oltre a pagare le spese processuali, la Corte d’appello ha obbligato il Comune di Palermo a procedere con la trascrizione dei bambini – ha detto Inzerillo – Questo crea un precedente, tant’è che l’ufficio anagrafe del Comune ha chiesto alla Sispi di modificare la piattaforma per le trascrizioni”.

“Basta una circolare e scrivere nelle schede genitori, piuttosto che madre e padre”

Per Gianfranco Miccichè, “il ministro dell’Interno dovrebbe intanto autorizzare una modulistica con la dicitura genitori, i sindaci non possono fare le trascrizioni perché nel modulo c’è scritto padre e madre e i funzionari non sanno che fare. La mozione ha un taglio politico trasversale e si propone di “sollecitare a il Parlamento nazionale a discutere le proposte di legge già depositata alla Camera” sulla registrazioni anagrafiche delle famiglie omogenitoriali “e comunque a modificare la normativa per porre fine alle discriminazioni in essere che determinano una grave violazione dei diritti preminenti del minore, dando seguito al monito espresso dalla Corte costituzionale con le sentenze 32 e 33 del 2021, nonché per riconoscere l’eguaglianza e la pari dignità di tutte le famiglie”.

Chinnici, ” vuoto normativo da sanare”

“La mozione nasce da un vuoto istituzionale e normativo – ha detto Chinnici – c’è un vulnus che ha determinato un corto circuito tra istituzioni. Ci sono stati sindaci che sono andati avanti nella trascrizione e altri che non l’hanno fatto e sono incorsi nei ricorsi, come accaduto a Palermo”. Il consigliere comunale a Palermo Gianluca Inzerillo (Fi) ha riferito che ieri la commissione Bilancio ha approvato due delibere per debiti fuori bilancio per circa 13 mila euro in seguito alle due ordinanze con cui la Corte d’appello ha condannato l’amministrazione comunale a pagare le spese legali a seguito del ricorso di due famiglie omogenitoriali che si erano rivolte ai giudici dopo il diniego alla trascrizione dei figli nei registri”.

“Ci sono stati sindaci che sono andati avanti nella trascrizione e altri che non l’hanno fatto e sono incorsi nei ricorsi, come accaduto a Palermo”, ha concluso Chinnici.  Miccichè ha aggiunto: “Grazie al Comitato esistono i diritti in Sicilia abbiamo raccolto le firme di 67 sindaci su una lettera inviata
al ministro Matteo Piantedosi con cui si chiede di risolvere il problema. Serve una legge. E se il governo non vuole intervenire, allora facciamo appello al Parlamento perché si agisca in fretta”.