La regione non si ferma

Ricorso al Tar contro i concorsi alla Regione, Zambuto, “Andiamo avanti”

“Andiamo avanti, ma lavoriamo anche per riclassificazione dipendenti”. Commenta così l’assessore alla Funzione pubblica della Regione Siciliana, Marco Zambuto, l’annuncio dei sindacati del ricorso al Tar contro i bandi di concorso alla regione per diverse figure professionali.

I concorsi vanno avanti

“I concorsi banditi dalla Regione Siciliana vanno avanti – dice il componente della giunta Musumeci rispondendo al Cobas/Codir che stamani ha annunciato l’avvio del ricorso al Tar Sicilia -. Per quanto riguarda la riclassificazione del personale già in servizio abbiamo già stanziato delle risorse e le stiamo integrando con ulteriori fondi. Il percorso con l’Aran per giungere quanto prima alla firma del nuovo contratto dei dipendenti regionali del comparto non dirigenziale è già stato avviato dal governo Musumeci”.

Chiesto l’annullamento dei bandi di concorso

Il ricorso è stato presentato dal Cobas/Cidis, in seguito agli annunci dei giorni scorsi. “La segreteria regionale del sindacato Cobas-Codir, maggiormente rappresentativo dei dipendenti regionali, visto il mancato riscontro, a oggi, alle richieste formulate in sede sindacale, si è vista costretta, proprio malgrado, a rivolgersi al TAR Sicilia per ottenere l’annullamento dei bandi di concorso pubblicati nel dicembre 2021 e rettificati nel gennaio 2022”. Questo è quanto dicono in una nota le sigle sindacali.

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Il ricorso al tar

Secondo il Cobas/Codir, sarebbe necessario “tutelare le legittime aspettative di progressione di carriera del personale dipendente della Regione Siciliana e, al contempo, consentire il necessario ricambio generazionale all’interno dell’Amministrazione aprendo i pubblici concorsi a nuove leve, ma nel rispetto delle normative vigenti e nel rispetto di tutti i lavoratori”.

Mancate progressioni di carriera

Le motivazioni dei sindacati poggiano sul fatto che per numerosi dipendenti regionali la Regione non abbia mai pensato a una progressione di carriera. Per questo i corsi sarebbero illegittimi secondo il Cobas/Codir. La Regione, non avrebbe “non ha preventivamente verificato la possibilità di coprire i vuoti di organico anche tramite figure professionali già presenti nei propri ruoli”.

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