I rifiuti ingombranti continuano a popolare le strade di Palermo. Nonostante l’emergenza estiva sia da considerare alle spalle, le strade del capoluogo siciliano non riescono proprio a liberarsi dalla presenza di mobilio e materiale di risulta, scaricato da incivili durante le ore notturne.

A pagare il prezzo più alto sono sempre le periferie, in particolare le cosiddette zone di confine. Area limitrofe ai comuni dell’hinterland palermitano, prive di particolari controlli, dove ignoti scaricano di tutto e di più.

L’allarme dell’Associazione Comitati Civici

Il conto è decisamente salato, costituito da discariche a cielo aperto, incendi, topi ed insetti infestanti. Una situazione di rischio non solo igienico-sanitario, ma anche di ordine pubblico e di viabilità. In alcune zone, infatti, i rifiuti finiscono per occupare l’intera sede stradale, causando difficoltà alla normale circolazione. A lanciare l’allarme sullo stato del capoluogo siciliano è Giovanni Moncada, presidente dell’Associazione Comitati Civici di Palermo.

“Noi chiediamo continuamente, nelle nostre richieste di intervento, un maggiore controllo del territorio. Ciò per quanto riguarda le discariche di rifiuti abbandonati in città. Solo così si può cercare di risolvere questo fenomeno deliquenziale. Una persona che deposita, abbandona ogni sorta di rifiuti, commette un reato. E’ come la teoria delle finestre rotte: basta un sacchetto per terra, per poi vederne spuntare un altro e così via. L’appello che possiamo fare è questo. Non ci sono alternative”.

“Bisogna sottolineare anche l’aspetto turistico – sottolinea Moncada -. Se noi presentiamo una città in queste condizioni, facciamo del male a noi stessi. Il turismo è il primo volano economico del capoluogo siciliano. Chi viene a Palermo, gira con macchine fotografiche e telefonini. Se girano in determinate zone degradate, ci facciamo una pessima figura”.

Spiazzali di Bellolampo pieni di spazzatura

Un problema che si unisce alle condizioni, non di certo rosee, della discarica di Bellolampo. Secondo l’ultimo rapporto dell’Arpa,“i piazzali esterni del TMB risultano tutti occupati da rifiuti provenienti dalla raccolta indifferenziata della Città di Palermo (quantitativo predominante), nonché una parte di sopravaglio e sottovaglio provenienti dal sistema di piattaforma dello stesso impianto che resta in attesa del conferimento in discarica”.

L’Arpa evidenzia inoltre che “l’intero piazzale, senza soluzione di continuità, risulta occupato dei rifiuti che superano anche altezze di circa otto metri. Non esiste una divisione tra le diverse tipologie di rifiuti (indifferenziato o parzialmente trattato). Si può ipotizzare che nell’intero piazzale siano depositati circa 40.000 tonnellate di rifiuti abbancati, gradualmente, sin dal settembre 2020”. Un elemento di criticità evidenziato dal consigliere comunale del M5S Antonino Randazzo, che aveva segnalato la situazione alla Regione, in merito al trasferimento di 1500 tonnellate di rifiuti dal capoluogo etneo.

Le soluzioni proposte da Rap

In termini di controllo del territorio, la Rap avrà a disposizione una flotta di nuove telecamere. Ma, in un’intervista rilasciata ai nostri microfoni, l’Amministratore Unico di Rap Girolamo Caruso pensava ad altre soluzioni. “Tra un paio di mesi avremmo cinquanta telecamere che ci concederà la polizia municipale. Una quantità che arriverà da una grossa fornitura di 500 pezzi concessa dal Ministero degli Interni. Anche se non ci credo molto a questo tipo di sistema. La gente si è fatta furba. Si parcheggia venti metri prima, così che la targa non si legge ed abbandona i rifiuti”.

Il dirigente della partecipata del Comune puntava infatti su altri deterrenti, non escludendo un coinvolgimento anche di Reset nella battaglia agli incivili. “Sto facendo il bando per i vigilantes. Uomini da posizionare in quei quindici o venti punti sensibili della città di Palermo, che noi conosciamo perchè sono quelle zone che puliamo la notte e l’indomani mattina sono di nuovo sporche. In queste zone vorremmo mettere una guardia giurata armata, ovviamente a bordo della relativa macchina. Un deterrente per scoraggiare gli incivili. Se blocchiamo le vie d’accesso, dovremmo avere dei benefici. Non escludo che, per aumentare l’efficenza, potrei far fare il servizio alla Reset. Azienda che ha tante risorse. Noi paghiamo il servizio e loro potrebbero avere una commessa in modo da guadagnare ulteriori introiti”.

 

 

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