Spariscono tanto gli Ato quanto le Srr. Con un colpo di spugna nel settore dei rifiuti si cancellano le ultime due riforme e la gestione dell’intero sistema (fallimentare) negli anni 2000, dall’addio all’ufficio del commissario straordinario in poi, un fallimento dovuto anche al no ai termovalorizzatori che erano centrali nel primo piano, quello degli Ato, che tornano ad essere centrali quindici anni dopo.

Arriva in giunta la proposta di Riforma annunciata dall’assessore Contrafatto a BlogSicilia entro il 15 giugno. Il disegno di legge dovrà essere vagliato dagli assessori e avviato al suo iter parlamentare domani secondo gli accordi raggiunti con Roma. Una legge che dovrà, poi, essere approvata dall’Ars con procedura d’urgenza subito dopo l’estate e prima dell’avvio della sessione di bilancio.

Ma la norma, forse perché scritta di fretta, non è priva di contraddizioni. Vi si prevede un nuovo grande ente unico che organizzerà il servizio di raccolta e gestirà gli appalti. I Comuni perderanno il potere di affidare il servizio.

“Cancelliamo anni di cattiva gestione e norme difficilmente applicabili – dice l’assessore Vania Contrafatto – e cogliamo la palla al balzo per ridisegnare il sistema anzichè limitarci a correggere le distorsioni e tagliare gli Ato e le Srr. Tagliamo, invece, anche i costi eliminando gli sprechi, ma tuteliamo i dipendenti”.

Il nuovo ente si chiamerà Eser, sarà di natura regionale ma i suoi soci saranno i Comuni che in questo modo vengono privati della potestà decisionale. Di fatto l’Eser diventa la centrale unica appaltante, l’ente di acquisto centralizzato dei servizi.

Il principio è che solo con i grandi appalti si ottengono grandi sconti ed economie di scala. la Riforma divide la Sicilia in nove macro aree che corrispondono con i territori delle vecchie province. L’Eser avrò, naturalmente, un Consiglio di amministrazione i cui costi saranno a carico della tariffa (dunque nessun costo per la regione ma un costo addizionale per i cittadini che pagano la tassa rifiuti)

La nuova norma prevede, poi, bonus per i comuni che ospiteranno le discariche controllate per la frazione non riciclabile, per quelli che ospiteranno i termovalorizzatori e gli impianti di trattamento dell’umido così come un bonus anche per i Comuni attraversati dai mezzi che si dirigono verso discariche e altri impianti. Insomma chi nel proprio territorio non vorrà rifiuti pagherà di più rispetto a chi ospiterà gli impianti o permetterà il transito.

Poco chiara, allo stato, la riforma per ciò che riguarda il personale. Se da un lato si registrano esuberi, dall’altro la riforma prevede anche di fare selezioni e assunzioni. Il Come è nebuloso, così come il personale che viene ‘tutelato’ in base a quanto dice l’assessore, non è chiaro come possa esserlo.

C’è poi il sistema di controllo del ‘mastodonte’ Eser che sarà sottoposto ad un consiglio di sorveglianza al quale andrà un compenso analogo a quello dei vertici di tutti gli enti regionali mentre le altre cariche sono gratuite (almeno per le casse della Regione).

L’ altro punto delicato riguarda il personale del settore, oggi stimato, secondo quanto riporta il Giornale di Sicilia,  in 11 mila dipendenti. La riforma prevede una fase transitoria in cui tutti vengono salvati. Poi però i dipendenti dei vecchi Ato verranno divisi in tre categorie e inseriti in un albo: alla prima categoria appartiene il personale assunto dagli Ato prima del 31 dicembre 2009, ovvero quelli che sono garantiti in ogni caso dalla legge.

Dal secondo elenco in poi le garanzie e le tutele appaiono decrescenti. Nel secondo confluiscono gli assunti dal 2010 in poi con una permanenza di oltre 36 mesi, nel terzo gli eventuali altri passati, presenti e futuri.

La tutela è effimera perché una volta svolte le gare chi si aggiudicherà i servizi preleverà il personale da questi elenchi in base alle esigenze e secondo le priorità di legge.

Questa la bozza di riforma che adesso va in giunta e poi in Commissione e infine davanti al parlamento regionale. gli stravolgimenti sono probabili, previsti e prevedibili