Il procuratore di Palermo, Maurizio de Lucia, ha espresso forte preoccupazione riguardo al dibattito sulle misure di prevenzione patrimoniale, in particolare sulla possibile subordinazione delle confische alle condanne. Intervenendo al terzo forum nazionale sui beni confiscati a Napoli, De Lucia ha definito “molto pericoloso” l’approccio frammentario alle riforme del sistema di confisca dei beni mafiosi. Sottolinea l’importanza di considerare l’intero sistema e le possibili ricadute negative di modifiche isolate.
Confische, uno strumento indispensabile contro la mafia
Come riportato dal Giornale di Sicilia, il procuratore De Lucia ha ribadito l’importanza cruciale delle confische nella lotta alla criminalità organizzata, soprattutto alla luce dell’esperienza trentennale nel contrasto a Cosa Nostra. Secondo De Lucia, la storia dimostra l’indispensabilità di questo strumento, e le riforme non dovrebbero comprometterne l’efficacia. Ha inoltre evidenziato la necessità di un testo unico antimafia, sottolineando come anche l’Europa si stia muovendo in questa direzione con l’ultima direttiva.
Riforme frammentarie: un rischio per il sistema
De Lucia ha criticato l’approccio frammentario alle riforme, concentrato su singoli aspetti anziché sulla visione d’insieme. Modifiche isolate, secondo il procuratore, rischiano di avere ricadute negative sull’intero sistema di contrasto alla mafia, compromettendone l’efficacia. Ha sottolineato come ogni modifica debba essere valutata nel contesto del sistema nel suo complesso, per evitare conseguenze indesiderate.
Restituzione dei beni alla società: un atto di giustizia
Oltre all’aspetto repressivo, De Lucia ha evidenziato l’importanza della restituzione dei beni confiscati alla società civile. Questo processo, secondo il procuratore, rappresenta un atto di giustizia restaurativa, trasformando risorse utilizzate per attività illecite in strumenti di sviluppo sociale e culturale. Ha inoltre sottolineato la necessità di accelerare i processi di restituzione e valorizzazione di questi beni, favorendo la collaborazione tra giustizia e pubblica amministrazione, in particolare con le prefetture.
Criminalità organizzata: un tema fuori dall’agenda politica?
De Lucia ha espresso preoccupazione per la scarsa attenzione riservata al tema della criminalità organizzata nell’agenda politica attuale. Secondo il procuratore, le riforme devono essere sistematiche e coerenti, affrontando il problema alla radice in modo integrato. Riforme episodiche e scollegate dal contesto generale, ha concluso, non sono efficaci e rischiano di compromettere la lotta alla mafia.
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