una sessione parlamentare interamente dedicata alla legge di riforma delle ex province per dare finalmente attuazione alla costituzione dei Liberi Consorzi e delle città Metropolitane. L’assemblea regionale siciliana ci riprova oggi aprendo la discussione sulla proposta di legge che giace da quasi un anno.

Si tratta di riformare la riforma già approvata e impugnata dal Consiglio dei Ministri e per questo bloccata.

“Si apre per l’ennesima volta, una discussione su un disegno di legge di riforma del governo del territorio in Sicilia e torna di attualità il tema della sostenibilità dell’assetto delle ex province che, ancora una volta, dopo anni di rinvii torna di attualità – commenta il Presidente dell’Anci Leoluca Orlando che punta a diventare anche sindaco metropolitano – Abbiamo più volte constatato come sia surreale un dibattito sui liberi consorzi e città metropolitane che non veda un pieno coinvolgimento di quegli stessi amministratori locali che dovrebbero assumersi la responsabilità politica e gestionale dei nuovi enti – continua Orlando. – Il legislatore regionale ha pieno titolo, ovviamente, nel legiferare su questa come su altre materie, ma l’esperienza di questi anni di commissariamento delle ex province avrebbe dovuto insegnare che non basta approvare una legge per garantire una efficiente ed efficace gestione dei servizi di area vasta”.

“Anche in ambito nazionale la riforma delle province ha determinato e sta determinando numerosi problemi attuativi, ma in Sicilia il quadro è ancora più complesso a causa di un quadro finanziario che per Regione e comuni è già particolarmente critico e che per gli enti di area vasta è ingestibile. Per tali ragioni abbiamo più volte invocato che vi fosse più che l’approvazione di una legge “al buio” l’avvio di un percorso di collaborazione tra le istituzioni con il diretto coinvolgimento del Governo nazionale -dichiarano congiuntamente il presidente Orlando e Mario Emanuele Alvano, segretario generale dell’Associazione del Comuni siciliani – Solo con un intervento attivo di Roma si può definire anche in Sicilia il nuovo assetto degli enti di secondo livello che veda l’accoglimento di alcune proposte formulate dall’Anci Sicilia e da diversi territori. Proposte che vedano la riforma delle ex province inserita in un quadro più ampio di riassetto della governance del territorio in base al quale, accanto al modello della città metropolitana, vi sia anche spazio per “un sistema integrato di aree vaste” e per meccanismi che, in coerenza con la legislazione nazionale in materia, rafforzino l’associazionismo comunale attraverso lo strumento delle unioni di comuni e delle fusioni di comuni”.

“Ci auguriamo – conclude Orlando – che il Parlamento regionale comprenda pienamente come non sia immaginabile riversare, sic et simpliciter, sugli amministratori locali, che già ogni giorno si confrontano con i cittadini e con le difficoltà di ordine finanziario, le medesime problematiche che in più occasioni sono state denunciate dagli stessi commissari di nomina regionale”.