Rimpasto? Solo dopo il piano di riequilibrio. Sembra questo il pensiero del sindaco di Palermo Roberto Lagalla, intervenuto questa mattina ai microfoni dei giornalisti durante la visita istituzionale del ministro Andrea Abodi al Velodromo di Palermo. Mentre a Sala delle Lapidi andava in scena l’ennesima seduta flop, sotto gli occhi di una perplessa Carolina Varchi, il sindaco ha commentato l’attuale quadro politico che sta riguardando i lavori dell’assemblea cittadina e della maggioranza, spaccata fra polemiche interne e uno sguardo al futuro mirato non solo alle elezioni europee del 2024, ma anche e soprattutto ad un possibile rimpasto.

Lo stallo del Consiglio Comunale

Il Consiglio Comunale è di fatto in una sorta di stallo da quasi due settimane. L’ultima seduta risaliva infatti al 1 giugno, quando l’assemblea di città si riunì alla scuola Giovanni Falcone dello Zen. Una seduta più simbolica che altro, dopo la quale l’attività dei consiglieri comunali si è praticamente arrestata. Oggi Sala delle Lapidi è tornata a riunirsi, con una maggioranza apparsa ancora una volta azzoppata da numerose assenze, alcune anche di rilievo. Carenze che stanno nettamente rallentando il percorso delle delibere propedeutiche al bilancio (tassa di soggiorno ed imposta sui diritti portuali su tutti) nonchè di alcuni atti molto sentiti da alcune anime del centrodestra (come la modifica al regolamento del Cup). Dopodichè si dovrebbe procedere all’analisi del piano di riequilibrio. Manovra che vincolerà il futuro di Palermo per i prossimi dieci anni e che costringerà la città a pagare un conto decisamente salato per riportare in asse i conti fiaccati da crediti non riscossi e da una incapacità storica di riscuotere i tributi.

Un atto che Roberto Lagalla ritiene fondamentale, così come ribadito ai cronisti questa mattina. “Entro il 30 giugno dobbiamo approvare il piano di riequilibrio ed entro il 31 luglio dobbiamo rilasciare il bilancio di previsione 23-25. Dopodichè, lavoreremo al bilancio consuntivo 2022. Fatto che ci permetterebbe di riportare al galleggiamento ordinario il Comune di Palermo e la città, regalando ai palermitani le attività e le iniziative che servono per rendere vivibile la città. E’ giusto fare il punto con chi è responsabile di votare gli atti. Abbiamo poi avuto modo di verificare alcune criticità legate agli uffici che, quando ci sono, vanno superate e, in qualche modo, vanno stigmatizzate”.

“Indennità? Finto problema”

Il riferimento è alle polemiche sorte con il segretario generale relative all’interpretazione della norma relativa all’aumento delle indennità. Una questione che risulta all’ordine del giorno già da dicembre 2022 ma che il sindaco non ritiene rilevante. “Le indennità mi sembrano un finto problema, davvero un finto problema. C’è una previsione di legge che prevede alcune cose che si devono fare, altre che si possono fare e altre che non si possono fare. Ed è solo applicando la legge che il Comune di Palermo si muoverà, così come fatto quest’anno”.

Lagalla sul rimpasto: “Si valuterà al momento opportuno”

Tutt’altro discorso riguarda invece un altro tema molto caldo sull’agenda politica, ovvero il rimpasto di Giunta. Un aggiustamento degli assessorati chiesto da più anime del centrodestra ma sul quale Roberto Lagalla frena, conscio della priorità costituita dal bilancio. “Il rimpasto non è un argomento che può essere nell’agenda di lavoro in un momento in cui si procede a tappe forzate verso un obiettivo che appartiene a tutti e a tutti coloro che hanno lavorato intensamente per conseguirlo (piano di riequilibrio n.d.r.). Se rimpasto ci sarà, e questo sarà la politica a fare le sue proposte e richieste, si valuterà ma solo al momento opportuno. Non certamente ora”. Tutto rinviato al periodo posto piano di riequilibrio quindi, almeno di ulteriori pressioni in una Sala delle Lapidi che si preannuncia una polveriera pronta a scoppiare.

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